Attualità - 03 dicembre 2025, 19:15

Olimpiadi, il 'sagrin' di Cirio: Torino vuole il pattinaggio, ma lo spettro è un olandese volante [VIDEO]

Sfumato il sogno Milano-Cortina, ora il governatore guarda all'edizione 2030 in Francia. L'Oval verrà valutato nei prossimi giorni dal CIO come location per le gare di velocità. Ma anche i Paesi Bassi hanno presentato un dossier

Olimpiadi, il 'sagrin' di Cirio: Torino vuole il pattinaggio, ma lo spettro è un olandese volante

Le Olimpiadi invernali, il crucio del presidente Alberto Cirio. Quasi un "sagrin", verrebbe da dire. Non lo ha mai nascosto, nemmeno nelle dichiarazioni pubbliche, quanto il peso di quella sigla "TO" mancherà nella prossima edizione dei Giochi. Tra qualche settimana le protagoniste saranno "MI" e "CO" che, guarda un po' l'ironia, in piemontese si traducono con: "Anche io". 

"No tu no", verrebbe da rispondere citando il genio Jannacci, che Milano l'ha raccontata con musica, poesia e sarcasmo. A chiedere più volte "Vengo anche io", è stato proprio il governatore dopo il primo diniego pentastellato e il tentativo disperato di rientrare in corsa al fianco del capoluogo meneghino e della più bauscia tra le località sciistiche venete.

Insieme - MI-CO-TO - per ospitare l'edizione 2026 dell'evento invernale a cinque cerchi. Ma così non è stato e per Cirio la scelta fatta a suo tempo da Chiara Appendino ha sempre rappresentato "un'occasione persa".

"Senza Olimpiadi 2006, niente Atp"

"Senza le Olimpiadi nel 2006, non avremmo fatto il Pala Inalpi e oggi non potremmo organizzare le Atp", ha detto oggi in pubblico il presidente della Regione davanti a una platea di primi cittadini, imprenditori dello sci, rappresentanti della Fisi durante l'illustrazione del bando neve.  

Proprio quelle Atp che Appendino era riuscita a portare a Torino e che per chissà quanto tempo si riuscirà ancora a tenere qui (sai la beffa a vederle scappare in Lombardia proprio dopo i giochi?).

L'asse lombardo-veneto della neve 

Un treno che non ritorna e che rischia di creare disparità anche nei finanziamenti per il rilancio del sistema neve: la vera industria del turismo locale che la Regione vuole preservare a tutti i costi e che qui, secondo Anef Torino (Associazione nazionale degli esercenti funiviari), vale un miliardo di euro per un intero indotto. La richiesta al governo è stata quella di includere l'intero arco alpino nei finanziamenti olimpici, per non creare disparità territoriali. "Abbiamo il dovere - ha aggiunto Cirio - di presentarci al mondo con un sistema alpino efficiente e competitivo".

Si guarda alla Francia 

Ma tant'è il 2026 è alle porte e, come dice una canzone poco sabauda, scurdammoce 'o passato. Il Piemonte segue la sua genetica e va avanti, rimboccandosi le maniche, con pragmatismo, prendendo in considerazione altri scenari. Dopo l’edizione di Milano-Cortina, il testimone delle Olimpiadi invernali passerà alla Francia, che ospiterà i Giochi del 2030 sulle Alpi, a ridosso del confine con l’Italia. Il piano complessivo dell’evento è ancora in via di definizione e restano da sciogliere due nodi principali: l’assegnazione degli sport paralimpici e la sede per il pattinaggio di velocità. 

L'Oval sfida l'Olanda

Ed è qui che Torino potrebbe risalire sul treno che ha perso. Il motivo? La Francia non dispone attualmente di un impianto indoor conforme agli standard richiesti dal CIO e ha escluso di realizzarne uno ex novo. Ma il Piemonte non è il solo candidato.

In corsa ci sono l’Oval del Lingotto e la Thialf Arena di Heerenveen, nei Paesi Bassi. Da una parte c'è un tema di vicinanza con le Alpi dove si svolgeranno i giochi, che potrebbero far vincere la candidatura piemontese. Dall'altra c'è un tema economico: in Olanda il pattinaggio è sport nazionale, quindi un grande traino di visibilità rispetto all'Italia dove questa disciplina ha meno appeal.

Le opzioni saranno valutate dal comitato organizzatore il prossimo 15 dicembre ma, come riporta La Repubblica, non è detto che la scelta avverrà in quel contesto.

"Un errore grave"

Nell'attesa resta l'amaro: "Quando sono diventato presidente nel 2019 - ha detto oggi il presidente della Regione Piemonte - era ormai troppo tardi per agganciarci al treno delle Olimpiadi italiane, una scelta che abbiamo ereditato e che considero un errore grave."

"Ma guardiamo avanti - ha concluso Cirio - le Olimpiadi Invernali del 2030 nelle Alpi francesi rappresentano un’opportunità che non potevamo perdere. Per questo abbiamo subito presentato un dossier di candidatura, che è ora al vaglio del Comitato Olimpico Internazionale e dei partner francesi. Abbiamo già ricevuto il sostegno esplicito delle regioni alpine d’oltralpe e siamo molto fiduciosi".

L'endorsement, in effetti, era arrivato in occasione dell'inaugurazione del doppio traforo del Frejus, da parte dell'omonimo di Cirio dell'Alta Savoia.

Per il momento tutto è fermo, in attesa che qualcuno, come si suol dire, rompa il ghiaccio.