Attualità - 28 dicembre 2025, 08:00

Montagne piemontesi sempre più a rischio: nel 2025 frane, esondazioni e 28 eventi estremi

Il disastro di Bardonecchia a fine giugno l'evento più grave: tutti i numeri del report di Legambiente

Una foto della disastrosa esondazione di fine giugno a Bardonecchia

Nel 2025 Alpi e ghiacciai sempre più fragili e instabili: 40 gli eventi franosi documentati in alta quota, soprattutto crolli di roccia e colate detritiche. Nei giorni scorsi Legambiente ha presentato a Torino il VI report Carovana dei ghiacciai di Legambiente dal titolo 'Ghiacciai alpini ed eventi estremi in un clima che cambia', e realizzato in collaborazione con Cipra Italia (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi), con la Fondazione Glaciologica Italiana in qualità di partner scientifico, con partner Frosta e Sammontana e partner tecnico Ephoto.

Frane ed eventi estremi in Piemonte

Nel 2025 da inizio gennaio ad oggi sono 40 gli eventi franosi documentati ad alta quota nell’arco alpino, concentrati soprattutto nella stagione estiva, con un crescendo dal mese di giugno (10) ad agosto (18). In particolare, da inizio anno i crolli di roccia, stando all’analisi della ricercatrice Marta Chiarle del Cnr-Irpi, hanno quasi eguagliato per numerosità le colate detritiche (rispettivamente 18 e 20 eventi documentati). Il Veneto con 17 eventi franosi e la Valle D’Aosta con 12 le regioni più colpite. 

Nel 2025 preoccupa anche l’aumento degli eventi meteo estremi nelle regioni alpine. Secondo i nuovi dati aggiornati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, sono 154 quelli registrati da gennaio a fine novembre 2025 nelle regioni dell’arco alpino contro i 146 del 2024. Allagamenti da piogge intense, 52 casi, seguiti da danni da vento (27), esondazioni fluviali (25) e frane da piogge intense (21) gli eventi meteo più frequenti. La Lombardia si conferma la regione più colpita con 50 eventi meteo estremi che hanno causato danni, seguita da Veneto (32), Piemonte (28) e Liguria (27). 

La provincia di Torino ha pagato un conto pesantissimo, con il disastro che ha messo in ginocchio Bardonecchia a fine giugno, nel quale perse la vita il 70enne Franco Bibi' Chiaffrino, a meno di due anni dallo tsunami di fango e acqua dell'agosto 2023.

I ghiacciai e l'aumento temperature

Altro alert riguarda anche l’aumento delle temperature che accelera, da un lato, la fusione dei ghiacciai e, dall’altra, comporta meno nevicate. In 60 anni sulle Alpi Italiane, secondo i dati emersi da Carovana dei ghiacciai 2025 di Legambiente e dai dati della Fondazione Glaciologica Italiana, si è persa un’area glaciale di oltre 170 km2. Legambiente, insieme a Cipra Italia e Fondazione Glaciologica Italiana, chiede che siano intraprese importanti azioni coordinate: l’avvio di un monitoraggio ambientale dell’alta quota, mirato ma continuativo, modulato caso per caso, sia per la sicurezza delle persone sia per la gestione dei territori montani; l'aggiornamento costante delle carte di pericolosità geomorfologica per supportare correttamente la pianificazione territoriale; l’avvio di campagne di comunicazione per informare la popolazione sulle misure di riduzione del rischio. 

Viene poi sottolineato come sarebbe importante colmare le lacune conoscitive tra le quali: un catasto dei ghiacciai e una carta della distribuzione del permafrost aggiornati sull’intero territorio nazionale, fondamentali per rivedere le strategie di valutazione, monitoraggio e mitigazione dei rischi in montagna, tenendo conto dell’entità e della velocità delle trasformazioni in atto. É altrettanto fondamentale lavorare sui piani di mitigazione e di adattamento.