Attualità - 02 aprile 2019, 10:25

Incontro con Don Primo Soldi: una scuola per crescere, l’educazione come introduzione alla realtà totale [VIDEO]

Durante la Tre giorni della Scienza al Liceo Sant’Anna, abbiamo incontrato Don Primo Soldi: educazione, istruzione e religione i temi trattati con una figura di spicco dei centri culturali torinesi

Incontro con Don Primo Soldi: una scuola per crescere, l’educazione come introduzione alla realtà totale [VIDEO]

Incontriamo Don Primo Soldi all’interno dell’Istituto Sant’Anna, a margine della conferenza dell’astrofisico Marco Bersanelli, evento di punta della Tre Giorni della Scienza organizzata dal liceo scientifico nel cuore del quartiere Crocetta. Un liceo diverso da tanti altri istituti superiori, tale da stimolare con Don Primo, educatore e figura di spicco dei centri culturali torinesi, riflessioni su temi troppo poco dibattuti ma comunque importantissimi: l’educazione, l’istruzione e la religione. Quale ruolo devono svolgere i licei? Che compito hanno verso i giovani d’oggi? Ne abbiamo parlato con una persona che nonostante abbia fatto tanto per i ragazzi, continua a svolgere il suo ruolo di educatore con forza, determinazione e passione.

Don Primo, ci troviamo all’interno dell’istituto Sant’Anna. Le chiedo un commento sulle attività che si svolgono qui, e qual è il suo rapporto con questa scuola?

Sono sempre stato interessato e attratto dalle figure dei grandi educatori, Tancredi e Giulia di Barolo. Sono qui perché è molto interessante questo evento della Tre Giorni della Scienza, la vedo come un’idea di scuola che ho sempre avuto in mente io: una famiglia, dove trovi insegnanti appassionati e ragazzi molto aperti e sereni. La presenza di queste figlie della beata Enrichetta Dominici, le suore di Sant’Anna. E’ un grande dono per la nostra città e non solo.

In un’età così complessa come quella attraversata da questi ragazzi, quali sono i valori che devono essere trasmessi a quelli che saranno gli adulti del domani?

La prima cosa fondamentale nell’educazione è la compagnia: far compagnia a loro, lasciarsi sfidare dalle loro domande, dubbi e curiosità, imparare da loro. Comunicare a loro quello che fa felici noi. L’educazione è un rapporto, d’altra parte la concepivano già così dai tempi dei greci, le grandi scuole nate nel Medioevo (Parigi, Praga, Bologna). Quello che faceva già Gesù con i suoi apostoli.

A livello di offerta formativa, lei ha sempre sostenuto come istituti come il Sant’Anna debbano fare da ponte con l’università.

Ci sono dei ragazzi che quando arrivano in quinta superiore, devono affrontare l’università dicono “come farò il prossimo anno senza di lei?”. Questo mi fa pensare che una scuola così potrebbe istituire un link con l’università, perché non chiedere a qualche istituto universitario, magari nei primi due anni dopo il liceo, di dare ai ragazzi la possibilità di fare qui alcuni corsi e lezioni. L’obiettivo è quello di favorire un passaggio indolore tra la scuola superiore e l’università, questa secondo me potrebbe essere la grande sfida del domani. Rendere più umano e avvincente l’ambiente universitario.

Ha parlato di curiosità, quanto sono importanti questo tipo di serate come quella con l’astrofisico Bersanelli?

Ho la grazia di conoscere l’astrofisico Bersanelli da tempo. La parola curiosità ci sta molto bene: è uno che ti rende interessante e affascinante questo argomento, ti accende dentro la curiosità grandissima per il cosmo. Io non sono un astrofisico o uno scienziato, eppure vedere che noi così piccoli siamo dentro questo mare di bellezza in continuo cambiamento, in continua espansione ed evoluzione. Poi mi viene in mente l’enciclica di Papa Francesco, la “Laudato sii”: dobbiamo davvero iniziare a fare pressione, come stanno facendo i giovani, perché non si può continuare a deturpare il mondo così come Dio ce l’ha dato per la nostra felicità.

Andrea Parisotto

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