Sarà pronta entro la primavera del prossimo anno la nuova veste del parco Michelotti, l'ex zoo di corso Casale. Come illustrato nel sopralluogo di questa mattina tra Comune e Circoscrizione 8, si calcolano circa sei mesi per l'inizio dei lavori dalla pubblicazione del bando, che prevedono in prima luogo la bonifica di tutti gli spazi e la successiva demolizione degli edifici, per una spesa di 500 mila euro (a fronte degli iniziali 900 mila messi a disposizione dall'amministrazione).
"Vogliamo rendere fruibile il parco il più velocemente possibile - ha spiegato l'assessore all'ambiente Alberto Unia -. Per questo, procederemo con un primo intervento di sistemazione per garantire l'accesso al pubblico. In seguito saranno fatti dei lavori di finitura. L'unico discrimine riguarda le tempistiche per la bonifica, da cui dipende la fase successiva. Finora i volontari di Torino Spazio Pubblico, in collaborazione con Amiat, si sono dati un gran daffare per vuotare e ripulire i locali dell'ex zoo all'interno".
Nel corso del 2019 erano già state restituite alla cittadinanza le due zone a nord e sud del parco. Ora l'idea è di creare uno spazio completamente aperto e privo di recinzioni.
Per quanto riguarda l'abbattimento dei fabbricati - ad esclusione del Rettilario, messo a bando, e per il quale la famiglia Grilli ha presentato il progetto del più grande Museo di Marionette d'Europa -, non tutti sono d'accordo. "Un plauso all'amministrazione comunale per aver riportato l'attenzione su quest'area - ha commentato il vicepresidente della Otto Massimiliano Miano -, ma devo ammettere che mi piange il cuore nel veder scomparire alcune strutture architettoniche. Si potrebbe magari valutare di salvarne alcune", in particolare quelle attorno al Rettilario.
Ma la Città è ferma: costi esorbitanti per la manutenzione, oltre alla cura di un bene artistico - quello dei murales a tema animale, realizzati nel 2012 da diversi artisti italiani e internazionali - ormai logorato e sottoposto alle intemperie.
Ma, tra la distruzione e la conservazione, spunta una via di mezzo. Un percorso documentaristico sulla storia del parco nelle sue diverse fasi, ricordando in particolare il trentennio di crudeltà verso gli animali in gabbia e il successivo intervento artistico dei writers. È la proposta caldeggiata dalle consigliere comunali del Movimento 5 Stelle Viviana Ferrero e Chiara Giacosa, subito accolte, che spiegano: "Facciamo sì che non si perda la memoria del luogo. Chiunque passi di qui deve sapere cos'è stato e cos'è ora".
Ancora in corso di valutazione il riutilizzo della Fossa delle Scimmie, che, per la sua conformazione, potrebbe in futuro essere riconvertita in un teatro o comunque impiegata da associazioni per attività culturali e ricreative all'aperto.