Torino e gli invisibili. Addormentati su una panchina del parco a San Salvario, oppure nell’androne di un palazzo del centro di Torino. Si stendono a tarda notte, per poi alzarsi presto al mattino, prendere la valigia contenente tutti i loro beni ordinatamente posati ai loro piedi e andarsene.
Quasi a non voler disturbare il barista che serve il caffè al mattino, la mamma che porta il bimbo a scuola, il pensionato che va a fare la spesa, la quotidianità che riprende a vivere attorno a loro. Sono gli invisibili, centinaia di persone che vivono a Torino, come in decine di altre città in Italia, sulla strada. Senza una casa, un lavoro, una famiglia. C’è chi ha fatto di questo una scelta di vita, ma c’è anche chi è stato sbalzato fuori dalla cosiddetta “società civile”.
Nel 2015, secondo i dati Istat, è aumentato il numero di coloro che vivono in stato di “povertà assoluta”. Persone che non hanno i soldi per comprare i beni di prima necessità. Nel 2014 le famiglie povere erano 1 milione 470mila, equivalenti a 4 milioni 102mila persone. Un valore in aumento nel 2015, quando si è saliti a un 1 milione 582 famiglie e 4 milioni 598mila persone.
Straniero e residente in una città del Nord come Torino, è questo il ritratto del nuovo povero. E si tratta di un numero veramente molto alto, calcolando che è pari al 7,6 per cento della popolazione residente. Invisibili, nella maggior parte dei casi.