A casa, senza un lavoro, per colpa del "panino da casa" in mensa. È questa la preoccupazione manifestata questa mattina in Corso Cincinnato , da un gruppo di lavoratrici della Camst, che fornisce il servizio di assistenza e pulizia nelle mense scolastiche delle scuole torinesi. "Noi", spiegano le dipendenti,"lavoriamo, nello specifico igienizziamo i tavoli e puliamo i locali, in base al numero di bambini. In pratica, ad un gruppo formato da 50 bambini in mensa, corrisponde un'operatrice".
Attualmente il Comune serve circa 25mila pasti nelle scuole torinesi, di cui 3mila in quelle dell'obbligo. Il timore è che, con l'introduzione della possibilità di portarsi il pranzo da casa, scenda ovviamente il numero di bambini che usufruiscono del servizio mensa. È l'equazione diventa quindi semplice: meno utenti, meno operatrici. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne, madri di famiglia, con un'età compresa tra i 35 e i 50 anni, che percepiscono uno stipendio medio di 400 euro per 3 ore di lavoro giornaliere. Dipendenti, che se fossero lasciate a casa, faticherebbero a trovare una nuova collocazione nel mercato del lavoro.
Attualmente le lavoratrici non hanno ancora ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dall’azienda, ne sono stati fatti incontri sul tema. Presente all’incontro in corso Cincinnato anche Nadia Pinnelli della Fisascat.