Attualità - 08 ottobre 2016, 07:00

Montanari Vs Lo Russo: tra urbanistica e eventi, alle Officine Corsare il futuro di Torino

Giovedì il vicesindaco e il capogruppo del PD si sono confrontati su moltissimi temi, dalle periferie, alla riconversione di Westinghouse e Palazzo del Lavoro

Montanari Vs Lo Russo: tra urbanistica e eventi, alle Officine Corsare il futuro di Torino

Un duello a colpi di fioretto, quello andato in scena giovedì sera alle Officine Corsare. A fronteggiarsi il vice sindaco di Torino Guido Montanari e il capogruppo del PD in consiglio comunale Stefano Lo Russo, nel dibattito "Torino Anno Zero? Ricominciamo a discutere della città" moderato da Andrea Rossi de La Stampa

Tanti i temi affrontanti nel corso della serata sul palco di via Giorgio Pallavicino, anche se a  farla da padrone è stata sicuramente l’urbanistica, delega di entrambi. “Io”, ha evidenziato Montanari, “mi riconosco in progetti come quelli del Politecnico che prevedono la creazione di un asse tra il Po e il Castello del Valentino, dove dovrebbe sorgere un campus aperto. Al contrario non mi identifico nella Westinghouse, che prevede una variante urbanistica tutta a favore del privato, con la creazione di un enorme centro commerciale, così come nel Palazzo del Lavoro, perché sono contrario alla privatizzazione dei beni. In entrambi i casi spero che la città perda i ricorsi”. Un’affermazione, quest’ultima, che non ha mancato di attirare le critiche di Lo Russo:”E’ troppo semplice sperare che il Comune non vinca. Lei e Appendino dimostriate di avere la schiena dritta: ritirate voi il ricorso e assumetevi la responsabilità, presentando una delibera in consiglio, se volete essere credibili”. Frase al quale Montanari ha replicato piccato:”Voi avete usato l’urbanistica come un bancomat”.

Altro tema di discussione accesa è stato quello delle periferie.  “Noi abbiamo partecipato al bando del Governo”, ha spiegato Montanari,” da 500 milioni di euro. Per Torino speriamo di ottenere dai 10 ai 18 milioni. Io sono contrario alle grandi opere inutili, penso siano più efficaci interventi sul territorio, che necessità di costanti cure”. Un punto su cui Lo Russo ha fatto una presa d’atto:”Ammetto da parte nostra una progressiva trascuratezza, però si accorgeranno quanto è difficile garantire anche i più piccoli interventi una volta che affronteranno il bilancio. A mio avviso però questa cultura non confligge con quella delle grandi opere”. “Il piano periferie”, ha poi proseguito l’esponente Dem,”non era stato pensato per la manutenzione ordinaria, ma per rifunzionalizzare delle aree o strutture”.

Nel corso della serata si è parlato poi degli eventi, dove Montanari ha ribadito la posizione già espressa in passato:”Io sono favorevole all’organizzazione di manifestazioni nelle periferie: penso sia fattibile”. Più di una perplessità è stata espressa da Lo Russo:”Penso che una politica culturale che decida di abbandonare i grandi eventi, produrrà una Torino molto più povera. Voi potete anche proporre ad un investitore le zone meno centrali, però poi dovete anche convincerlo ad investire e fare il suo evento lì. Siete fortunati perché dovete solo gestire l’eredità che vi è stata lasciata”.

L’ultima domanda è sulla preferenza che intendono esprimere al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. “Io voto no”, ha commentato il vicesindaco, “anche per cacciare Renzi”. Lo Russo invece sceglierà il sì:”è una straordinaria occasione di cambiamento”.

Cinzia Gatti

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