Politica - 14 ottobre 2016, 17:24

Giornalisti a Palazzo Civico: arriva il no di Versaci

Lavolta:"Il Presidente del Consiglio mi ha detto che i giornalisti non possono girare liberamente a palazzo civico anche perché potrebbero origliare da dietro la porta"

Giornalisti a Palazzo Civico: arriva il no di Versaci

 

La possibilità che i giornalisti entrino a Palazzo civico dopo avere effettuato i dovuti controlli di sicurezza ma senza la necessità che rivelino pubblicamente da chi si rechino è stata bocciata oggi in Conferenza dei capigruppo dal presidente del consiglio comunale Fabio Versaci, che si è opposto alla proposta inoltrata dal vicepresidente Enzo Lavolta del Pd. “Per risolvere il problema della libertà di accesso a Palazzo civico da parte degli organi di informazione – spiega Lavolta – ho proposto una soluzione che potesse risolvere sia il problema della sicurezza che quello della libertà di stampa e della riservatezza che dovrebbe tutelare le fonti del giornalista. La mia idea era quella di fare controllare i giornalisti dai vigili, per verificare chi fossero, una volta per tutte e di fornire loro un badge che consentisse loro di non dovere, ad ogni ingresso a palazzo, riferire al vigile di turno il nome della persona o dell’ufficio presso cui il giornalista è intenzionato ad andare”. La risposta di Versaci è stata negativa. “Mi ha detto che – precisa Lavolta – i giornalisti non possono girare liberamente a palazzo civico anche perché potrebbero origliare da dietro la porta”.

Versaci, che era candidato nel Movimento cinque stelle, su Facebook ha precisato che “non esiste nessuna restrizione nei confronti dei giornalisti che vogliono accedere a palazzo civico” e ha specificato che l’accesso è consentito soltanto in occasione “del consiglio e delle commissioni”. Il presidente del consiglio comunale non ha fatto però alcun cenno  al fatto che dentro a Palazzo civico ci siano gli uffici di tutti i gruppi consiliari, presso i quali ogni giornalista dovrebbe essere libero di accedere. Stefano Tallia, il segretario della Stampa subalpina, torna a denunciare: “Il fatto di dover dichiarare a una persona terza (il vigile di guardia, ndr) chi incontra il giornalista  impedisce il fatto che egli possa tenere fede al segreto professionale o lo mina fortemente, mentre il segreto professionale è garantito da una legge dello Stato”. “Non capisco perché – aggiunge Tallia -  il comune di Torino rifiuti una prassi adottata dal parlamento, che accredita i giornalisti parlamentari e una volta fatto l’accredito permette loro di circolare liberamente per il palazzo. Temere che i giornalisti origlino infine è una visione molto misera della professione”.

“Se fosse confermata la notizia Che Appendino controlla l’accesso dei giornalisti a palazzo civico – aveva detto nei giorni scorsi il capogruppo del Pd in consiglio, Stefano Lorusso - si tratterebbe di un gravissimo atto contro i principi di tutela della riservatezza e dell’agibilità delle forze politiche presenti a Palazzo Civico”.

 

Elisa Sola

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