Settimo Torinese capitale della cultura italiana. “Cenerentola” va a corte per ballare con il principe, la bella favola di una città di periferia che lotta per una leadership contro le tante culle d'arte e della cultura italiane. E con il provocatorio titolo “La periferia non esiste!”, Settimo Torinese ha presentato, martedì 8 al Circolo dei Lettori di Torino, la propria candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2018.
L'incontro, alla presenza degli assessori alla Cultura di Settimo e Regione Piemonte, Elena Piastra e Antonella Parigi, ha voluto far riflettere sui cambiamenti di una città in cui vecchi edifici industriali riqualificati dialogano con chiese del '500 e su uno sviluppo urbano e una progettualità politica ecosostenibile. Il racconto è stato sostenuto anche dai contributi video di Laura Curino e Gabriele Vacis, l'attrice e il regista da cui forse tutto è partito, i pionieri del Laboratorio Teatro Settimo, oggi tra i massimi esponenti del teatro italiano, conosciuti a livello nazionale e internazionale. Hanno partecipato, tra gli altri, lo storico Leonardo Caffo, del professor Antonio Calafati e di altri esperti come Anna Detheridge, teorica delle arti visive, e degli architetti Cherubino Gambardella e Luca Molinari.
“E' tutta una storia da raccontare – spiega a TorinoOggi il sindaco di Settimo Torinese, Fabrizio Puppo -. Da città dormitorio a città vivibile, che si è salvata dal diventare un grande ghetto di periferia grazie a grandi investimenti nella cultura. Dalla Suoneria alla biblioteca, la più grande d'Europa, in 25 anni di amministrazioni comunali che hanno fortemente creduto nella cultura. La cultura costa – sottolinea ancora Puppo – ma l'ignoranza costa di più”.
Nel luglio scorso la presentazione ufficiale della candidatura a Lucca; «Settimo Torinese, perché no?» è il titolo del dossier presentato dall'assessore alla Cultura Elena Piastra e dal project manager Dario Netto al ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo (il Mibact) per la candidatura a Capitale italiana della cultura 2018. Tra i vari i Comuni che hanno presentato la propria candidatura Recanati, Comacchio, Palermo, Orvieto, Ostuni, Benevento, Spoleto e Caserta. C'è anche Aliano, Basilicata che, sempre martedì 8, ha presentato la sua candidatura a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte. Aliano, situata in provincia di quella Matera che nel 2019 sarà Capitale europea della cultura, è nota perché descritta da Carlo Levi in “Cristo si è fermato a Eboli”. Settimo Torinese non è famosa per i suoi pregi paesaggistici o artistici rispetto ai suoi contendenti al titolo, ma l’antico borgo di lavandaie può orgogliosamente vantare uno sviluppo ecosostenibile, innovazioni in campo artistico, teatrale e sociale. Al momento la città è tra le 21 ancora in lizza, tra pochi giorni ne resteranno soltanto 10. La Commissione, composta da sette saggi (tra cui il ministro Dario Franceschini), sceglierà la prescelta che riceverà un milione di euro da investire nei progetti di sviluppo culturale. Tra le regioni, è la Sicilia a vantare tre candidature mentre Puglia, Sardegna, Veneto, Campania e Umbria ne contano due. Il Piemonte è dunque rappresentato da Settimo Torinese e, comunque vada a finire, sarà un successo. Come conferma lo stesso project manager Dario Netto: “Suona provocatoria la nostra candidatura – commenta Netto -, ma in molti hanno subito sposato il simbolo che contiene, la periferia che vuole essere policentrica. E quindi sono arrivati gli endorsment di Collisioni, Slow Food, della Fondazione Pirelli, del Museo del Cinema e Museo Egizio e tanti altri ancora. Cultura come integrazione, in una città che negli anni Cinquanta è passata in cinque anni da 13 mila a 43 mila abitanti. La semplice candidatura sta già portando alla città grandi risultati, grazie a questa rete di contatti che per forza di cose si sono stabiliti. L città ha vissuto l'industrializzazione e il suo declino, ma di questo ha saputo farne diventare un tesoro di cultura. Come l'ex Paramatti che è diventata la Biblioteca Archimede, l'ex macello che è diventata la Suoneria, l'ex mulino l'Ecomuseo del Freidano, e l'ex Siva, sulla quale è già avanti un progetto per la sua riconversione in un luogo sarà ricordato un illustre concittadino Primo Levi. Il Levi non dell'olocausto, pluri-celebrato, ma lo scienziato e lo scrittore di fantascienza. Nel dossier che abbiamo presentato per la candidatura c'è una periferia che non si rassegna a restare monofunzionale, ma polifunzionale e capace di integrazione, come lo dimostrano i 30 mila immigrati ospiti nel Centro d'accoglienza. Il Laboratorio Teatro Settimo – espone ancora il project manager Dario Netto – poteva nascere soltanto in questa città, figlio dei suoi contrasti industriali e della voglia di superare i pregiudizi delle periferie. Al Teatro Garybaldi nascono e si affermano artisti come Alessandro Baricco, Marco Paolini, Laura Curino, Natalino Balasso, Eugenio Allegri, Ascanio Celestini, Mariella Fabbris. Proprio il disagio e la violenza delle periferie industriali sono l'ambiente e il soggetto dei primi lavori di Gabriele Vacis.
Da lì nasce il desiderio della città di voler dare un motivo d'orgoglio ai propri cittadini, nascono man mano le 212 associazioni, frutto della capacità di aggregazione che possiede la cultura”.
In questo 2016 la capitale della cultura italiana è Mantova, il prossimo anno sarà Pistoia, chissà che la grande sfida, la provocazione lanciata da Settimo non colga nel segno per il 2018.