Dopo il grande successo delle presentazioni saluzzese all' e cuneese a L'Caprissi, il nuovo romanzo di Gian Maria Aliberti Gerbotto è stato ora presentato al Caffé San Carlo di Torino in una serata organizzata dal Rotary club Crocetta.
E' stato il celebre scrittore torinese Massimo Tallone, lunedì 5 dicembre nella splendida cornice dello storico caffè di Piazza San Carlo, ad introdurci ne “La vacanza italiana” il nuovo giallo del 44enne giornalista saluzzese.
"Il mio personaggio, John Alberti, ora viene in Italia, più precisamente sarà mio ospite, per concedersi una vacanza dopo i drastici episodi narrati nel mio precedente libro, che hanno sconvolto la sua vita a New York.”. Ha raccontato Aliberti, incalzato dalle domande di Tallone che è anche editor del libro stesso.
Ed è così che il nuovo romanzo si rivela una vera carrellata di cuneesi, albesi e braidesi noti e meno noti che il turista, accompagnato dal suo cicerone locale, incontra durante il suo viaggio sabbatico.
Alcune scene sono ambientate anche nei più conosciuti locali del capoluogo torinese, dal bar Cavour, al Combal zero dello chef stellato Scabin, piuttosto che da Mood o al prestigioso circolo del Whist.
“La storia parte da una banale attrazione fisica fra un noto anchorman americano in volo verso l’Italia e un'avvenente hostess monegasca. A prima vista sembrerebbe addirittura un romanzo d'amore. Ma pagina dopo pagina, la vacanza del povero turista, intento a scoprire, con l'aiuto del cugino saluzzese, le prelibatezze della provincia Granda e i locali più in vista, sarà sconvolta dall'improvvisa morte della donna.”. Scrive Marco Berry, storico inviato de Le Iene e poi conduttore di Mistero, sempre su Italia 1, nella Prefazione del libro. Le sue indagini lo catapulteranno ben presto al centro di una macchinazione ben più grande di lui.
“La vacanza italiana” è il romanzo che conferma le doti anche narrative del giornalista Gian Maria Aliberti Gerbotto.”. Scrive nel retro di copertina Antonio Bozzo del Corriere della Sera, che era stato suo direttore, quando Aliberti scriveva per il settimanale del quotidiano milanese.
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