Politica - 06 dicembre 2016, 17:50

Azienda Sanitaria unica: la lotta contro le diseguaglianze sia il primo obiettivo della sanità pubblica torinese

Lo sostiene il capogruppo di Sel Marco Grimaldi

arco Grimaldi

arco Grimaldi

Secondo i dati dello Studio longitudinale torinese (il più “storico” di quelli italiani, i primi dati sono degli anni 70), che monitora le disuguaglianze di salute in città basato sull’integrazione tra diverse fonti informative del sistema sanitario e delle statistiche nazionali, risulta che l’istruzione sia la dimensione che meglio predice la salute adulta, seguita dalle risorse materiali, dalla ricchezza della famiglia di provenienza e dallo status sociale e professionale. L’istruzione è la variabile più influenzata dalle condizioni di vita nei primi decenni e dalle caratteristiche della famiglia di origine, il che suggerisce che le politiche per ridurre gli squilibri nell’accesso alla sanità dovrebbero mostrare un’attenzione particolare alle cause delle diseguaglianze nelle condizioni di sviluppo dell’infanzia.

Inoltre, l’istruzione permette alle persone di sviluppare le competenze necessarie per la propria promozione sociale e per migliorare le proprie opportunità di salute. 

La creazione di un’unica Azienda Sanitaria per la città di Torino è dunque anche un’opportunità per riflettere sugli obiettivi della sanità regionale, in primo luogo l’accessibilità al servizio per tutte e per tutti. L’ampliamento del servizio di assistenza domiciliare e della sanità di prossimità, lo sviluppo delle politiche di Prevenzione e Promozione della Salute su tutto il territorio cittadino, l’integrazione ma anche la diffusione del servizio dovrebbero andare in questa direzione.

Per questo il Gruppo SEL ha richiesto di partire dall’analisi di prossima pubblicazione a cura del Prof. Costa, sullo stato della salute e delle diseguaglianze nella sanità torinese, che verrà presentata in commissione giovedì prossimo. 

Stando alle previsioni a cura delle due Asl, la nuova Azienda coinvolgerà circa 900mila abitanti, di cui l’11,6% tra gli 0 e i 13 anni, l’11,5% tra i 65 e i 74 anni, il 13,9% ultrasettantacinquenne, nonché un 15,3% di stranieri residenti. 

Lottiamo contro le diseguaglianze in tutti i campi, vogliamo che questa sfida sia anche il primo obiettivo della sanità pubblica e dell’unione tra le due Asl torinesi – dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi. – Facciamolo contro il lavoro povero, facciamolo garantendo la mutua ai migranti, leghiamo i risparmi prodotti dall’integrazione a maggiori investimenti per realizzare tutto ciò. Fuori dal piano di rientro è ora necessario unire gli investimenti a nuove assunzioni. Quello di oggi è solo un piccolo passo. Chiediamo da subito un confronto di un anno con città, operatori, medici, lavoratori e territori per realizzare un piano strategico per la salute”.

C.S.

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