Attualità - 25 dicembre 2016, 10:00

A Natale i torinesi scelgono la tradizione

Passeggiando tra le bancarelle del mercatino natalizio di Santa Rita ci si perde tra i profumi e colori natalizi e l’odore intenso del tartufo d’Alba e delle allettanti tome

A Natale i torinesi scelgono la tradizione

A Natale i torinesi scelgono di riportare sulle loro tavole la tradizione, con i prodotti tipici del Piemonte e della vicina Valle d’Aosta.

Passeggiando tra le bancarelle del mercatino natalizio di Santa Rita ci si perde tra i profumi e colori natalizi e l’odore intenso del tartufo d’Alba e delle allettanti tome.

Tante le persone che si affollano intorno ai banchi per scegliere gli ingredienti per il cenone di Natale “e per ritrovare il gusto di casa e quei sapori di un tempo,” come dice un cliente che sta acquistando del Nebbiolo al banco  “Giada Tartufi”.

Sono proprio le responsabili – mamma e figlia - di “Giada Tartufi” che dicono che il vino va tantissimo quest’anno, in particolar modo i rossi piemontesi Nebbiolo e Nebbiolo Barricato. Particolarmente apprezzati per il pranzo di Natale anche i prodotti al tartufo bianco e nero e le tome del Piemonte.

“Nonostante la crisi si faccia sentire,” dicono, “non ci possiamo lamentare degli acquisti di quest’anno. Le persone preferiscono spendere un po’ di più in occasioni come il Natale e soprattutto su prodotti nostrani di alta qualità.”

Della stessa opinione è Mario, il simpatico proprietario dello stand “Le eccellenze valdostane in tavola”, che vende solo eccellenze della Val d’Aosta.

“Quest’anno abbiamo venduto soprattutto prodotti di alta qualità dalla Val d’Aosta, come la fontina per la polenta,” spiega Mario. “Sembra che le persone vogliano tornare alle vecchie tradizioni, a come si mangiava una volta. Vogliono sentire il gusto del cibo, come veniva fatto un tempo: ad esempio la toma d’Alpeggio maturata ancora in grotta.”

Una volontà quella dei piemontesi, come emerge dalle parole dei commercianti del mercatino di Santa Rita, di riscoprire le origini culinarie della propria regione, lontano dai prodotti industriali “e dalle interminabili liste di conservanti negli ingredienti degli alimenti in vendita nei supermercati.”

Giulia Maccagli

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