Politica - 30 dicembre 2016, 17:16

Sergio Chiamparino in visita al centro d'accoglienza di Settimo Torinese

Il Centro Fenoglio attende di trasformarsi in Hub. Il sindaco: "Servono almeno altri due centri come il nostro in Piemonte"

Sergio Chiamparino in visita al centro d'accoglienza di Settimo Torinese

Nella mattinata di venerdì 30 dicembre il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha visitato il Centro Fenoglio di Settimo Torinese, il centro di prima accoglienza gestito dalla Croce Rossa Italiana. Una struttura che è arrivata a ospitare, nel periodo dell'emergenza del settembre scorso, fino a oltre 800 richiedenti asilo. Unico centro regionale del Piemonte, si sta attendendo il riconoscimento di “hub”. Il sindaco di Settimo Torinese, Fabrizio Puppo, si dice soddisfatto dell'incontro, durante il quale Chiamparino ha ringraziato la Croce Rossa e il Comune di Settimo per il lavoro sin qui svolto nell'affrontare il problema dell'immigrazione e dell'accoglienza: “Positivo soprattutto perché si è convenuto che servono almeno altri due centri come quello di Settimo, in Piemonte – dichiara Puppo -. Non possiamo farcela da soli, è bene che ci si cominci ad attrezzare, altrimenti la situazione rischia di scappare di mano. Con il riconoscimento di hub da 300 posti si potrebbe iniziare a risolvere il problema delle tende, per qualcosa di maggiormente funzionale. Inoltre – prosegue il sindaco di Settimo – quest'anno ci saranno quattro regioni italiane, quelle dell'Italia centrale, che a causa del terremoto ovviamente non potranno rientrare nella ripartizione delle accoglienze. Un solo centro da 300 posti non sarà sufficiente. Diventerà anche centro di formazione per gli operatori dell'accoglienza, in quanto il problema non si risolverà certo in qualche settimana o mesi”.

Sono circa duecento attualmente gli ospiti di programmi Sprar e Cas, ma quanti siano in realtà le persone all'interno della struttura di via Leinì è veramente difficile dirlo. Si fermano per una durata molto variabile, che va da un giorno fino a una settimana, per essere poi smistate nelle destinazioni d'accoglienza definitive. Da qualche tempo è stato realizzato un call center interno, per cui gli ospiti non lasciano più il campo per telefonare ai parenti nei luoghi di origine.

Non è certo una situazione sopportabile a lungo – sottolinea Fabrizio Puppo -. Con l'hub, se non altro, avremo numeri certi e, soprattutto, gli ospiti potranno essere accolti in moduli abitativi e non più in tende, in inverno molto difficili da riscaldarsi”.

Flavio Giuliano

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