"Ancora oggi è necessario ricordare un periodo così oscuro, parlare di temi legati al presente". Con queste parole Chiara Appendino ha voluto ricordare il Giorno della Memoria, nel corso di una cerimonia che si è svolta oggi in Comune.
"La memoria", ha detto il Presidente del Consiglio Fabio Versaci, "è importante: bisogna ricordare cosa è successo. Nel 2005, all'età di 17 anni, visitai Auschwitz e fui colpito dall'immensità e dal silenzio. Ancora oggi facciamo errori, ma dobbiamo trasmettere cosa è stata quella follia".
"A Torino", ha commentato Nino Boeti, "abbiamo posato 18 pietre d'inciampo, davanti ad altrettante abitazioni di uomini e donne morti nei campi di sterminio nazisti. L'Europa ha vissuto 72 anni di pace, ma sono molti i focolai di guerra nel mondo, che spingono uomini, donne e bambini a lasciare la propria terra per cercare un futuro di pace per sé stessi e la propria famiglia. A volte abbiamo la sensazione che il mondo non sia cambiato, ma oggi l'umanità fatta da persone pronte a sacrificarsi per gli altri".
"Il Giorno della Memoria", ha detto Chiara Appendino, "ci obbliga a interrogarci costantemente non solo sulla storia dei nostri padri e delle nostre madri, dei nostri nonni e bisnonni, non solo sulla nostra storia, ma anche sul suo rapporto con il presente. Ci obbliga a interrogarci non solo sul tema della conoscenza, ma anche su quello della coscienza". Il sindaco ha poi ricordato l'esodo di migliaia di persone che a partire dal 1933, con il nazismo insediato al potere, misero in atto la scelta della fuga dalla persecuzione razziale.Appendino ha parlato di Paul Grüninger, comandante della polizia del cantone svizzero. L'ufficiale salvò decine, e poi centinaia di persone in fuga dalle persecuzioni naziste, inventando ogni tipo di espediente, dal retrodatare le domande di ingresso all'andare lui stesso a prendere dall’altra parte della frontiera le persone in fuga.
"Chissà cosa vorranno ricordare i nostri figli e i nostri nipoti, di noi. Chissà come guarderanno la Torino, l'Italia, l'Europa di questi anni. Chissà cosa sceglieranno di “celebrare”, un domani. Io spero che, nonostante il periodo economico e sociale tanto complesso che stiamo vivendo, vorranno ricordare il momento in cui saremo tornati a sentirci parte di una comunitá", ha concluso la Appendino.