Attualità - 31 gennaio 2017, 15:38

Torino punta al turismo islamico, diventando "halal friendly"

Nel 2018 si stima che il turismo "halal" genererà un fatturato di 181 miliardi di dollari

Torino punta al turismo islamico, diventando "halal friendly"

Un Corano e un tappeto per la preghiera a disposizione della clientela, un'indicazione con la direzione de La Mecca e delle sale di preghiera più vicine, un set da bagno privo di sostanze proibite, un frigo bar senza alcolici. Sono questi alcuni degli accorgimenti per un hotel o un ristorante a misura per il turista di religione islamica. Il tema del turismo 'halal friendly' è stato al centro di un incontro per gli operatori del settore promosso da Comune, Università e Turismo Torino in vista del terzo Forum della Finanza Islamica in programma il 6 e 7 marzo sotto la Mole.

Nel 2018 si stima che il turismo "halal" genererà un fatturato di 181 miliardi di dollari. Nel 2012 i paesi del Golfo Arabo hanno totalizzato il 31% della spesa complessiva nel settore, nonostante qui abiti solo il 3% della popolazione mondiale. Questo perché qui risiedono alcune tra le persone più ricche del pianeta. A questo quadro va aggiunto che nel 2013 4,6 milioni di turisti nel mondo erano islamici e l'Italia sia stata la 5' meta scelta. 

"A Torino non abbiamo ancora alberghi o ristoranti 'halal friendly'", ha spiegato Paolo Pietro Biancone, ordinario di finanza islamica dell'Università di Torino. "Si tratta di un turismo di alta gamma ed è importante capire che è un'opportunità per gli operatori" "L'accoglienza halal non penalizza il cliente tradizionale", ha proseguito, "ma se ne possono attrarre di nuovi tramite siti e piattaforme dedicate".

A Torino i turisti islamici non visitano mai più di un museo alla volta. L'obiettivo, insieme agli operatori, come ha voluto sottolineare l'assessore al commercio Alberto Sacco, è di creare dei percorsi specifici, dal cibo allo shopping. Far vivere all'ospite un'esperienza "halal" a 360' gradi.


Cinzia Gatti

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