La povertà in Piemonte non conosce nazionalità. È questo il dato che emerge dalla presentazione dei primi risultati del sostegno all'inclusione attiva. Dal 2 settembre 2016 si è aperta la possibilità per le famiglie in condizioni economiche disagiate di chiedere un contributo economico, in cui almeno un componente sia minorenne e/o sia presente un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza.
In Piemonte, nei 30 ambiti territoriali, sono state presentate 7.778 domande, il 53% da stranieri e il 47% da italiani. Dal punto di vista della provincia, fa la parte del leone Torino (49%), seguita da Alessandria (13%) e Cuneo (12%). Il maggior numero di domande presentate per ambito territoriale, parametrato alla popolazione, spetta al Comune di Novara (490 su 104.452 abitanti), seguito da Alessandria (461 su 154.452) e Asti (516 su 206.947).
Al 31 dicembre le domande accolte in Regione sono state 2.433, pari al 31,3% di quelle presentate: il 50% sono di stranieri il 50% di italiani. L'area che presenta il maggior numero di domande accolte è l'Area metropolitana Torino Nord (58 su 94 accolte), seguita dalla provincia di Biella (168 su 96) e da Cirié-Lanzo (54 su 29).
Augusto Ferrari
"Penso che il reddito di inclusione", ha commentato Augusto Ferrari, assessore regionale alle politiche sociali, "debba diventare uno strumento universalistico, a prescindere dal fatto che uno si trovi da solo o in coppia".