Politica - 28 febbraio 2017, 07:00

Lega Nord: "Le misure prese dalla Appendino contro lo smog si basano su dati sbagliati”

La Lega Nord attacca la giunta grillina, presentando uno studio sull'inquinamento del Politecnico di Milano

Lega Nord: "Le misure prese dalla Appendino contro lo smog si basano su dati sbagliati”

 

“Le misure prese dalla Appendino per combattere lo smog sono inefficaci e si basano su dati sbagliati”, questa l’accusa lanciata dalla Lega Nord durante il presidio di fronte a Palazzo Civico dello scorso sabato, contro le decisioni della giunta grillina per contrastare l’inquinamento dell’aria.

Secondo gli esponenti della Lega, infatti, il blocco del traffico è un semplice palliativo perché si fonda su assunzioni errate: l’inquinamento torinese non sarebbe causato – dicono dal movimento - dalle emissioni dei veicoli (o almeno non nella percentuale data dalla prima cittadina, che, citando dati Arpa, imputa al traffico l’80 per cento di responsabilità dell’alto livello di Pm10). Veri responsabili sarebbero piuttosto i riscaldamenti.

Questa tesi, che la Lega Nord presenterà in Sala Rossa, si fonda su un recente studio del Politecnico di Milano (in collaborazione  con il Centro Studi Autopromotec) che, prendendo a campione cinque città italiane (Milano, Genova, Firenze, Parma e Perugia) vede gli impianti di riscaldamento degli edifici come molto più inquinanti delle auto, contribuendo per il 64 per cento alle emissioni di CO2 contro il 10 per cento derivante dal traffico veicolare e il 26 per cento derivante da attività industriali.

Tuttavia, è necessario distinguere tra CO2 e particolato (Pm10 e Pm2,5). È il particolato, sempre secondo lo studio del Politecnico di Milano, che contribuisce alla creazione dello smog cittadino: in questo caso si vede che i principali responsabili sono i trasporti (tra il 70 e il 90 per cento a Milano, Genova, Firenze e Parma). Detto questo, non è trascurabile, comunque il contributo degli impianti di riscaldamento, che emettono tra il 10 e il 30 per cento di Pm0 e Pm2,5 nelle città.

Il problema dei riscaldamenti nel Belpaese non è nuovo ed è legato al fatto che circa il 56 per cento degli edifici si trova nella classe energetica più bassa (G) e solo il 2 per cento in quella più alta (A).

Sempre secondo lo studio del Politecnico se si sostituisse il 10 per cento degli impianti con più moderni, avremmo una riduzione delle emissioni pari ad un blocco del traffico di ben sei settimane.

Riscaldamenti o traffico, chi è il più responsabile? Quello che appare dai dati è che la verità sta a metà e che un sistema di gestione del traffico veicolare e dei riscaldamenti è necessario.

La Lega chiede un abbassamento dei riscaldamenti a partire da quelli degli edifici pubblici e, prima di bloccare il traffico causando disagi alla cittadinanza, migliorare il servizio di trasporti pubblico.

Dal canto loro, la prima cittadina e la giunta stanno cercando di adottare varie misure – alcune fortemente criticate non solo dai partiti di opposizione ma anche dalla cittadinanza, con lamentele che imperversano sui social – prendendo in considerazione non solo soluzioni di mobilità sostenibile ma anche l’abbassamento dei riscaldamenti.

“Si devono creare le condizioni affinché i mezzi pubblici, il car sharing/pooling, il muoversi a piedi e in bici risultino più appetibili dell’auto. Riducendo le temperature nelle proprie abitazioni e luoghi di lavoro sia privati che pubblici e accorciando gli orari di accensione del riscaldamento,” scrive Appendino sul suo blog.

Oggi in Sala Rossa la prima cittadina e l’assessora all’ambiente, Stefania Giannuzzi, relazioneranno sugli effetti dello stop al traffico della scorsa settimana (sabato come da previsioni Arpa, è stato il primo giorno di polveri sottili sotto la concentrazione massima prevista dalla legge).

Intanto è partita l’iniziativa #tobikenosmog: la  possibilità di girare in bici per una settimana al prezzo di un euro.

 

Giulia Maccagli

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