Eventi - 10 marzo 2017, 16:15

L’Egizio racconta se stesso e l’opera di Schiaparelli

Apre l’11 marzo la mostra “Missione Egitto 1903-1920”, che racconta il lavoro del team di Ernesto Schiaparelli, lo sviluppo della collezione e il perché della sua importanza

L’Egizio racconta se stesso e l’opera di Schiaparelli

Un museo, oltre a presentare al pubblico un pezzo della storia del mondo, ha anche una storia propria, che merita di essere raccontata. È questo il presupposto su cui si fonda la nuova mostra allestita al Museo Egizio di Torino, “Missione Egitto 1903-1920”, che inaugura domani, 11 marzo.
L’allestimento, costruito, anche questa volta, quasi interamente grazie alla collezione del museo, ripercorre l’avventura della Missione Archeologica Italiana, guidata dal suo fondatore, Ernesto Schiaparelli, all’inizio del secolo scorso. Dal 1894, peraltro, Schiaparelli fu direttore del Museo Egizio di Torino, carica che mantenne fino alla sua morte, avvenuta nel 1928.

La mostra accompagna il visitatore attraverso un percorso storico, che prima contestualizza il periodo in cui ebbero inizio gli importanti scavi diretti da Schiaparelli, e poi racconta, attraverso importanti reperti, l’evoluzione del Museo Egizio e l’ampliamento della sua collezione.
Di grande rilievo, poi, la collaborazione con l’Archivio di Stato di Torino, che ha permesso di esporre diverse lettere di Schiaparelli, e le relative risposte, che documentano la crescita della collezione, manco a dirlo, le difficoltà incontrate nell’ottenere i finanziamenti per gli scavi.

“La nostra priorità – ha spiegato Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio – è fare ricerca. Con questa mostra riprendiamo un discorso iniziato l’anno scorso, quando, sempre a marzo, inaugurammo la nostra prima mostra temporanea”.
Il Museo, peraltro, dall’anno scorso ha ricavato circa 800.000 euro, che sono stati reinvestiti, fra le altre cose, nella ricerca e nella digitalizzazione. L’ente ha assunto nuovo personale, come le tre laureate del Centro di restauro della Venaria Reale, e i ricercatori, dagli attuali 13, dovrebbero diventare 17 entro la fine dell’anno, ma ha poi coinvolto altri partner torinesi nella produzione di materiale divulgativo, come le audio-guide. La sceneggiatura delle guide per la mostra “Missione Egitto”, infatti, è stata scritta dalla Scuola Holden, poi registrata con la voce dell’attore Gianluca Ferrato.

“Il museo deve raccontare anche se stesso – ha aggiunto Christian Greco, direttore del Museo Egizio – ed è anche sapere scientifico e ricerca. Schiaparelli, infatti, si rese conto che ampliare soltanto la collezione non era soddisfacente fino in fondo. Il museo è anche un centro di dialogo”.
Il plauso delle istituzioni, rappresentate da Chiara Appendino, sindaca di Torino, e Antonella Parigi, assessora regionale alla cultura, ha poi messo definitivamente a tacere le polemiche delle scorse settimane sul trasferimento di alcuni reperti a Catania.
La mostra che apre domani serve anche a raccontare la storia di questo museo, per far capire che, senza la ricerca, le collaborazione e le partnership con altri enti, resterebbe soltanto una sterile esposizione di reperti che perderebbero di significato.

Paolo Morelli

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