Cultura e spettacoli - 15 marzo 2017, 05:31

Università di Torino: il Senato Accademico boccia l’embargo con l'ateneo israeliano Technion di Haifa

Gli unici voti favorevoli all’interruzione dei rapporti sono giunti dai cinque rappresentanti degli studenti che considerano l’ateneo responsabile di mettere a punto tecnologie usate contro i Palestinesi

Il Rettore Gianmaria Ajani(foto www.unito.it)

Il Rettore Gianmaria Ajani(foto www.unito.it)

Non ci sarà alcun boicottaggio, alcun embargo nei confronti di Technion di Haifa da parte dell’Università di Torino, così come richiesto dal Consiglio degli studenti che considerano l’ateneo israeliano responsabile di mettere a punto tecnologie usate contro i Palestinesi.

Il Senato Accademico ed il rettore Gianmaria Ajani (accolto all’uscita dal Rettorato dal grido “Assassino, assassino!”) si sono schierati per un “si” alla conferma degli accordi nel nome della libertà della ricerca scientifica e del prestigio internazionale indiscusso di cui gode l'Israel Institute of Technology di Haifa, conosciuto appunto come Technion, finito invece nelle polemiche da oltre un anno, da quando  cioè il Politecnico di Torino e 169 accademici di tutta Italia si schierarono a favore del boicottaggio pro Palestina.

L'opposizione all'ateneo israeliano è stata bocciata da un Senato Accademico pressoché compatto: l’unica voce fuori dal coro, gli unici voti favorevoli al  boicottaggio sono giunti dai cinque rappresentanti degli studenti, il cui Consiglio, all’incirca una settimana prima, aveva presentato una mozione (appoggiata anche da alcune decine di docenti) che chiedeva al Rettore di recedere dagli accordi attualmente in vigore proprio con Technion con la motivazione, attinta da Amnesty International, che lo Stato di Israele abbia deliberatamente colpito obiettivi civili e si sia reso responsabile di crimini di guerra durante l'attacco condotto nell'estate 2014 contro Gaza.

Una motivazione che aveva spinto gli studenti a fare propria una campagna di boicottaggio, di disinvestimento e di sanzioni contro Israele e le sue istituzioni (BDS).

La tesi uscita “vincente” dalla seduta del Senato accademico di ieri è stata invece quella che la ricerca debba rimanere libera per fare in modo che in un Mondo che alza quotidianamente muri, le Università debbano tenere tengono aperte le loro porte.

Durate l’assise un drappello di manifestanti ha stazionato nel cortile del rettorato esponendo una bandiera della Palestina.

W.A.

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