Economia e lavoro - 17 marzo 2017, 15:57

L'Unione Industriale solidale con Safim

Il comunicato in difesa della società di None

L'Unione Industriale solidale con Safim

Da mesi, e nuovamente in queste ore, la Safim di None, in provincia di Torino, primaria società della logistica alimentare, è oggetto di improvvisi blocchi ai cancelli, organizzati dal sindacato autonomo SiCobas, che impediscono la partenza e l’arrivo dei veicoli, e quindi il regolare svolgimento del lavoro, in un’attività, quale la logistica del freddo, in cui i tempi di consegna e di conservazione dei prodotti sono fondamentali.

Tali azioni, benché svolte sotto il pretesto dell’opposizione a recenti licenziamenti disciplinari e camuffate da rivendicazioni sindacali sulle condizioni di lavoro, vanno in realtà ben oltre la normale dialettica delle relazioni industriali: di fatto, si tiene in ostaggio un’azienda ed i suoi dipendenti, mirando a colpirne l’immagine presso i clienti.

Attraverso la scorciatoia dei danni, delle provocazioni e delle minacce si afferma così la propria forza, finché soggetti esterni all’azienda diventano in grado di incidere sul destino di coloro che invece, all’interno, si impegnano per difendere competitività aziendale, condizioni e posti di lavoro, annullando gli sforzi della Direzione, della Fit Cisl (il sindacato confederale presente in azienda) e dei dipendenti per stare sul mercato e condurre fisiologiche e corrette relazioni sindacali. Tutto ciò non c’entra nulla neppure col diritto di sciopero, posto che esso è cosa ben diversa dall’inattività forzata a causa di blocchi operati da persone tutte esterne all’azienda.

E’ un modo di fare sindacato che pensavamo sepolto da decenni, un antagonismo cieco e distruttivo che sconfina continuamente nell’illecito, un esempio paradigmatico dell’autolesionismo, tutto italiano, con cui ci si dedica a distruggere le nostre migliori realtà produttive.

Per questo il Presidente dell’Unione Industriale Dario Gallina esprime tutta la propria solidarietà alla Safim e auspica che, con la collaborazione dei lavoratori, delle Autorità locali e delle forze di Pubblica Sicurezza, la situazione possa trovare una rapida soluzione che consenta all'azienda di poter tornare a svolgere normalmente la propria attività economica, riacquistando quella libertà che è tutelata anche dalla nostra Carta Costituzionale.

c.s.

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