Quali iniziative la Giunta regionale intende adottare per tutelare e potenziare la missione scientifica, didattica e divulgativa del Museo Regionale di Scienze Naturali? Questa la domanda che è stata rivolta dal Consigliere regionale Andrea Appiano all’Assessore alla cultura Antonella Parigi durante il question time della seduta d’Aula di martedì 28 marzo.
Dopo il grave incidente che lo aveva colpito nell’agosto 2013, la storia recente del Museo di scienze naturali è stata a dir poco travagliata.
Proprio la chiusura forzata e i lunghi mesi di lavori per rimediare ai danni provocati dallo scoppio della bombola dell’impianto antincendio avevano indotto la Giunta, nell’ottobre 2015, ad accelerare il completamento del percorso di ripensamento strategico dell'ente.
A questo scopo, la Giunta stessa aveva disposto la produzione di uno studio di fattibilità volto ad analizzare obiettivi, condizioni, modalità operative, aspetti economici e percorsi istituzionali e amministrativi necessari per valutare e proporre una diversa natura giuridica del Museo, esplorando peraltro la possibilità del suo inserimento nella Fondazione Torino Musei.
Lo studio, commissionato alla Società Struttura Consulting di Roma e ultimato nel novembre scorso, ha orientato la scelta verso la costituzione di “una Fondazione autonoma dalla Fondazione Torino Musei e di cui facciano parte in prima istanza, quali soci fondatori, la Regione Piemonte, l'Università di Torino e la Fondazione Compagnia di San Paolo”.
Preso atto di tali indicazioni, il 10 marzo scorso la Direzione regionale cultura ha quindi disposto la costituzione di un apposito tavolo di lavoro finalizzato all'elaborazione di una bozza di Statuto del nuovo ente che ne garantisca una “moderna governance capace di restituire al Museo il ruolo che merita nel panorama dei musei naturalistici e scientifici nazionali e internazionali”.
L’iniziativa della Giunta è sicuramente una notizia positiva: da molti anni, infatti, si attendeva un intervento organico da parte della Regione che ridefinisse il modello di gestione del Museo. A oggi manca tuttavia una parola di chiarezza sugli obiettivi che esso dovrà perseguire.
Appare pertanto indispensabile ribadire con nettezza la missione scientifica, didattica e divulgativa dell’ente anche al fine di dare garanzie occupazionali al personale amministrativo e agli esperti scientifici attualmente in organico.
Nella sua risposta, l’Assessore Antonella Parigi ha chiarito in primo luogo che l’opportunità di ricondurre il Museo al contesto di una fondazione deriva dall’esigenza di “garantire le condizioni operative e gestionali più adatte affinché il Museo stesso possa assumere un ruolo importante, anche a livello internazionale, per la ricerca e la diffusione della cultura naturalistica e scientifica”.
“Tale soluzione- ha aggiunto Parigi- è allo studio anche alla luce dell’esperienza di alcune importanti istituzioni museali italiane che hanno trovato nella gestione tramite lo strumento della fondazione la soluzione più adatta a garantire massima efficacia ed efficienza alle loro attività perché consente maggiore autonomia nella gestione organizzativa e finanziaria, perché capace di contemperare e integrare gli interessi ed i punti di forza e criticità dei diversi attori (pubblici e privati) che gravitano attorno al settore culturale, perché capace di mobilitare risorse private per il perseguimento di finalità di utilità sociale”.
La missione del Museo – lo si può confermare – consiste quindi nel conservare, incrementare e valorizzare le collezioni e la loro storia al fine di promuovere e diffondere la scoperta, al conoscenza, l’interpretazione, la salvaguardia, l’uso responsabile e il godimento della natura in tutti i suoi aspetti.
“Gli elementi fondanti dell’identità del Museo, ha detto Parigi, sono dunque ribaditi: valorizzazione delle collezioni, ricerca, divulgazione e didattica”.
In termini generali, l’ipotesi, a cui si sta lavorando, di una nuova fondazione consentirà di superare alcune criticità che da molti anni contraddistinguono l’attività dell’ente. Sarà infatti possibile sviluppare maggiori competenze tecniche e nuovi servizi, avviare la messa a sistema dei musei scientifici e universitari cittadini, attrarre risorse private per consentire una valorizzazione ulteriore dell’offerta.
In tale contesto, particolare attenzione sarà posta all’esigenza di “preservare e valorizzare le effettive professionalità e competenze del personale attualmente in organico. Non solo: il nuovo assetto istituzionale potrà finalmente affrontare e risolvere le croniche carenze di personale, soprattutto di quello addetto alla conservazione delle collezioni e alla ricerca, che hanno costituito da sempre la più forte limitazione alle possibilità di sviluppo del Museo e di raggiungimento dei suoi obiettivi”.