Uno dei tanti aspetti che coincide con il ritorno della primavera è la riapertura del sito di interesse comunitario (Sic) della grotta del Rio Martino a Crissolo (Cn). In questo caso, però, la coincidenza non è da ascrivere al cambio di stagione, ma alla fine del periodo di letargo dei chirotteri che scelgono il sito speleologico per svernare.
All’interno della grotta sono state infatti censite sette diverse specie di pipistrelli, tutte protette.
La più “popolosa” risulta essere senza dubbio quella del “Barbastella barbastellus”: con i 272 esemplari la grotta di Rio Martino è il più grande sito – noto sul territorio italiano – della specie.
Troviamo poi anche i Rhinolophus hipposideros, Myotis blythii e Myotis myotis, Myotis emarginatus, Myotis Daubentonii, Eptesicus serotinus e Plecotus sp..
1530 sono invece i metri, sul livello del mare, dove sorge la grotta, che è composta da due rami: quello inferiore, 530 metri di lunghezza con arrivo nella sala del “Pissai”, dove è possibile ammirare l’omonima cascata alta quaranta metri e quello superiore, con altri 300 metri di sviluppo, sale, pozzi e gallerie collegate tra di loro di difficile passaggio se non per utenti più che esperti.
Il sito sarà aperto al pubblico sino alla fine di ottobre, quando i cancelli torneranno a chiudersi, per permettere ai chirotteri di andare in letargo.
Ancora qualche dettaglio tecnico: la temperatura in grotta si aggira intorno ai 5 gradi, con un elevato grado di umidità, pari circa al 100%. È indispensabile abbigliamento adeguato per percorrere il primo ramo (due ore circa di cammino), mentre per il “superiore” servono nozioni, esperienza ed attrezzattura speleologica.
Lungo tutto il ramo inferiore della grotta di Rio Martino sono presenti spettacolari formazioni sia stalattitiche che stalagmitiche, dovute alla deposizione di sale “carbonato di calcio”.