Cultura e spettacoli - 08 aprile 2017, 07:47

Migrazione dall'Afghanistan: a Torino presentato il libro "L'ultimo lenzuolo bianco"

Laus:" Il tema centrale di questo libro, al di là della narrazione e dei suoi personaggi, è comunque lo sradicamento e la ricerca di una terra fertile dove poter rimpiantare le proprie radici”

Migrazione dall'Afghanistan: a Torino presentato il libro "L'ultimo lenzuolo bianco"

“Oltre a presiedere l’Assemblea regionale, sono presidente di un Comitato che promuove la tutela dei diritti umani. Quest’anno il tema conduttore è rappresentato dai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. E anche in questo ambito si colloca la presentazione del libro di Farhad Bitani, ‘L’ultimo lenzuolo bianco’; per quel racconto di lui bambino che cresce con le armi del pregiudizio e con il limite dell’inconsapevolezza che il radicalismo islamista inculca. La migrazione è per sua natura un evento traumatico che travolge e cambia la vita degli individui e delle società sotto tutti i punti di vista. Il tema centrale di questo libro, al di là della narrazione e dei suoi personaggi, è comunque lo sradicamento e la ricerca di una terra fertile dove poter rimpiantare le proprie radici”.

Con queste frasi il presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus, nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, ha aperto la conferenza di presentazione del volume “L’ultimo lenzuolo bianco”. Un opera che narra la storia dell’autore, Farhad Bitani, membro di una famiglia di mujaheddin afgani ed ex capitano dell’esercito, che vive attualmente in Italia.

Sono intervenuti, oltre all’autore, l’inviato de “La Stampa”, Domenico Quirico (che ha scritto la prefazione del libro) e l’attrice Elena Ruzza (che ha letto brani dall’opera di Bitani) mentre ha moderato gli interventi Massimiliano Peggio, giornalista del “La Stampa”.

L’incontro è stato organizzato con il contributo della Associazione internazionale pugliesi nel mondo per la quale è intervenuto Vincenzo Paganelli, coordinatore per la Città di Torino.

“Quando le persone nascono nella violenza – ha spiegato Bitani – il cuore diventa nero ma Dio ti lascia sempre un puntino bianco. Attraverso piccoli gesti quotidiani, come mi è accaduto con degli amici conosciuti quando frequentavo l’Accademia di Modena, sono stato cambiato ed ho conosciuto il mio vero Islam. Conosciuto, quindi, attraverso piccoli gesti di ‘italiani infedeli cristiani’”.

Secondo Quirico “ascoltando Farad si può comprendere la complessità delle biografie delle persone migranti che arrivano da noi dal mondo. Asciugare queste complessità rischia di non farti comprendere, ma almeno in 2/3 del mondo si vivono di queste esperienze: quelle di un bambino che a 10 anni, invece di andare in bici, impara a smontare un ‘kalashnikov’. Persone che vivranno una vita accompagnata dal dolore anche per colpa di criminali idiozie fatte dai paesi occidentali”.

c.s.

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