Sala Congressi del Museo dell’Automobile gremita in occasione dell’evento “30 settembre: la fine del gioco lecito?” organizzato da As.tro, associazione degli operatori del settore.
Gli addetti ai lavori si sono riuniti per discutere sulla legge regionale che mira prevenire e contrastare la diffusione della ludopatia. In attesa del giudizio di merito pendente al TAR, l’Amministrazione Comunale di Torino ha preferito congelare la propria ordinanza. “Vanno proposti fatti, non va fatta propaganda politica”, dichiara Luciano Rossi, consigliere As.tro per il Piemonte.
Risale al 2003 l’introduzione del gioco lecito sotto il controllo dello Stato, teso a contrastare un fenomeno sino a quel momento non regolamentato né tassato. Ad oggi in Piemonte si contano 6.500 esercizi commerciali in cui sono presenti apparecchi da gioco, molti dei quali locati all’interno delle “aree sensibili” definite nella Legge regionale: in l’autunno i locali presenti su queste porzioni di territorio verranno de-slottizzati.
Luciano Rossi, il suo parere sull’ordinanza del Comune di Torino?
"Questa ordinanza espone a gravi rischi, come quello di consegnare questa fetta di mercato in mano alla criminalità organizzata, dando respiro alle bische clandestine. Inoltre penalizza gli esercenti, che hanno un danno economico importante. I locali che chiudono alle 19.30 possono operare 4 ore al giorno: queste condizioni sviliscono il senso degli apparecchi. Non si limitano a ridurre o rivedere l’offerta, stanno facendo proibizionismo".
Cosa contestate?
"Vogliamo essere ascoltati. Le autorità non possono legiferare senza aver prima dialogato con chi appartiene al settore. Ai tavoli di discussione arriviamo sempre dopo l’ASL e il Ser.T (Servizi per le tossicodipenze, nda) che dà giudizi particolari sulla zona di Torino. Noi siamo soggetti passivi rispetto alle decisioni che vengono prese, sia a livello regionale che comunale. Questo è ingiusto".
La vostra proposta?
"Siamo pronti a rivedere l’ubicazione di certi apparecchi nei locali pubblici, a investire nella sensibilizzazione nelle scuole. Prima di tutto, se vogliamo riformare il gioco, dobbiamo rivederlo tutto. La nostra proposta è rivedere l’intera offerta di gioco sul territorio nazionale colpendo anche il gioco online, che è incontrollabile".