La parola “fine” sulla vicenda del “Barattolo” è ancora ben lontana. Dopo gli accesi incontri tra cittadinanza, Circoscrizione 7 e Comune di Torino, sempre rappresentato dall’assessore all’integrazione Marco Giusta, Palazzo Civico ha deciso di andare avanti lo stesso sul progetto di spostamento in via Carcano del mercato di libero scambio.
A partire da domenica 23 aprile, quindi, l’area compresa tra via Carcano, il Cimitero Monumentale (lato via Varano) e la sede di Amiat (via Ravina/via Nievo/via Poliziano) ospiterà il mercato.
Ma il quartiere, così come la Circoscrizione 7, ha promesso battaglia. I cittadini e le associazioni lamentano di essere stati totalmente ignorati, ripetendo quindi quanto già visto qualche mese fa quando il Comune aveva deciso di spostare tutto nell’area adiacente al Ponte Mosca.
Il problema, infatti, riguarda la fitta presenza di aziende – per non parlare delle società sportive, in primis l’USD Vanchiglia, e del Primo Liceo Artistico. Chi ha fatto investimenti nella zona teme una svalutazione dei terreni, oltre ai numerosi fenomeni di abusivismo che questo genere di attività solitamente attirava.
“La Circoscrizione 7 rimane contraria – ha commentato il presidente della 7, Luca Deri – e si attiverà con i cittadini. Prendiamo atto del fatto che l’assessore abbia scelto di fare approvare questa delibera. Penso, però, che i progetti partecipativi si facciano quando si governa, non soltanto in campagna elettorale”.
C’è anche chi non è totalmente contrario all’iniziativa, come Patrizia Alessi, consigliera di Fratelli d’Italia alla 7, che ha precisato: “L’area di via Carcano può essere adatta per lo svolgimento di Barattolo a patto che il regolamento venga fatto rispettare. Mi sarebbe piaciuto anche uno spostamento dell’area di San Pietro in Vincoli, azione che i cittadini chiedono da 15 anni”.
Ma qual è la situazione dell’area di via Carcano? Ci sono alcune attività commerciali e associazioni sportive, i cui spazi dovrebbero essere riorganizzati mentre una parte consistente dell’isolato, oggi utilizzata come deposito dal Comune di Torino, dovrebbe essere riaperta e destinata al verde pubblico.
In effetti, a ben vedere, l’area risulta semi abbandonata, con vegetazione che cresce incontrollata e cumuli di oggetti in cemento (di quelli utilizzati per delimitare strade chiuse o simili). E ci sono anche i resti di una tenda, con vestiti, sedie e addirittura un braciere, dove probabilmente qualcuno si è rifugiato tempo fa.
Barattolo, dopo la risistemazione, dovrebbe collocarsi in una area delimitata dall’Amiat, dall’area verde (ex deposito del Comune) e da un’area adibita ad attività sportive, con l’ingresso su via Carcano.
Stefano Silvola, della fabbrica di cioccolato Boella & Sorrisi, è deluso dalla decisione del Comune: “Siamo preoccupati per quello che succede intorno al mercato. Oltretutto si era parlato di circa 200 stalli, ora scopriamo che saranno 400. Dicono che miglioreranno l’area, ma sappiamo benissimo che invece perderà di valore, ed è situazione che l’assessore Giusta conosce bene. Siamo tutti molto delusi perché non siamo stati ascoltati, ci saranno proteste veementi, in quartiere c’è molto fermento”.
Alle varie motivazioni logistiche e sociali che spingono i cittadini a opporsi a Barattolo se ne aggiunge, ora, una di carattere ambientale. Il Parco della Colletta, sul quale dovrebbe affacciarsi il mercato, fa parte dell'area protetta del Po e della Collina torinese, che è riserva naturale UNESCO dall'anno scorso.
Allo studio, intanto, ci sono le prossime mosse per contrastare Barattolo. Si pensa a una manifestazione qualche giorno prima dell'insediamento del mercato (probabilmente tra il 20 e il 21 di aprile), che sia in realtà un evento, magari una "merenda sinoira", e che si trasformi in una festa. L'idea è quella di richiamare il maggior numero di persone per mostrare "il prima e il dopo Barattolo". La prerogativa, precisa Stefano Silvola di Boella & Sorrisi, "è restare apolitici, contestiamo la delibera nel merito, non per pregiudizio".
Domani sera, intanto, ci sarà un incontro rivolto soltanto ai cittadini di Vanchiglietta che, finora, hanno risposto con un'altissima partecipazione. Il tema, in quartiere, è davvero molto sentito.