Hanno lauree che vanno da Architettura a Economia, da Lingue a Ingegneria, da Psicologia a Storia passando per Archeologia, Scienze Gastronomiche e Tecnologie Alimentari. Sono gli 80 giovani che hanno ricevuto oggi il “diploma” di specialisti in export, a conclusione della prima fase del progetto Talenti per l’Export della Fondazione CRT che - rivolto ai laureati degli atenei del Piemonte e della Valle d’Aosta - ha come obiettivo la formazione di figure professionali specializzate nel settore dell’esportazione attraverso un percorso intensivo e di alto livello. Oltre 40 di loro usufruiranno di borse di tirocinio messe a disposizione dalla Fondazione CRT per un’esperienza professionale di sei mesi in aziende del Piemonte e della Valle d'Aosta (tra cui Caffarel, Fiat Chrysler Automobiles, Lavazza, Raspini, Exclusive Brands Torino).
“La Fondazione CRT, sempre ‘in ascolto’ delle esigenze del territorio, ha messo in campo Talenti per l’Export per creare nuove opportunità nel settore internazionale che rappresenta un traino per l’economia locale e nazionale - afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia - Il progetto vuole favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di competenze qualificate in quest’ambito di strategica rilevanza per molte aziende del nostro territorio e del Paese”.
"Con questa iniziativa, abbiamo voluto porre particolare attenzione alla figura dell’export manager - sottolinea il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci - Fondazione CRT, grazie alla consolidata collaborazione con il sistema impresa del territorio, intende favorire lo sviluppo di una solida rete di skills manageriali, di competenze e ‘connection' necessarie per l'elaborazione di strategie e operatività adeguate a mercati internazionali sempre più complessi nei quali il capitale umano rappresenta un fondamentale fattore critico di successo".
Qual è l’identikit degli aspiranti export manager?
I Talenti per l’Export sono giovani dai 23 ai 30 anni, laureati in differenti ambiti di studio: 25% in ambito politico-sociale, 25% linguistico, 20% economico/aziendale, 11% umanistico, 5% giuridico, 5% ingegneristico, 4% architettura/progettazione, 5% altri ambiti.
Selezionati tra 530 candidati, i partecipanti al progetto sono laureati con eccellenti risultati; tutti hanno una buona conoscenza dell’inglese; oltre la metà conosce almeno un’altra lingua a un ottimo livello (non solo francese, spagnolo o tedesco, ma anche lingue meno consuete e certamente utili all’export, come il cinese, il russo, il portoghese e l’arabo); la maggior parte ha già trascorso periodi di lavoro o studio all’estero e molti hanno precedenti esperienze lavorative. A Talenti per l’Export partecipa sia chi - a conclusione degli studi universitari - desidera specializzarsi, sia chi già lavora e intende approfondire e continuare a formarsi.
Il percorso didattico.
L’edizione 2017 del progetto, per la quale la Fondazione CRT ha investito complessivamente 600.000 euro, ha previsto lezioni di "azzeramento" sui fondamenti dell’export, lezioni di approfondimento, workshop, testimonianze di imprenditori, attività di team building, simulazione di casi pratici. Gli 80 partecipanti hanno seguito, da gennaio ad aprile 2017, un ciclo di 134 ore di didattica durante le quali hanno affrontato molteplici tematiche: dall’economia all’organizzazione e cultura d’impresa; dalle dinamiche del commercio internazionale ai rischi e opportunità del processo di internazionalizzazione; dall’approfondimento sui mercati alla produzione di un business plan; dal management cross-culturale e della negoziazione al marketing internazionale e digitale. Al termine del percorso didattico, i ragazzi hanno partecipato a un modulo finale intensivo di 24 ore (“China Business Plan Simulation”) per mettere in pratica le competenze acquisite. L’alta qualità della formazione è stata garantita da partner del livello di “TOChina Hub” - una piattaforma di ricerca, formazione avanzata e networking strategico che interviene sulla crescente proiezione della Cina verso l'Italia e la regione Euro-mediterranea nelle dimensioni politico-economica, finanziaria e di business - e ESCP Europe, la più antica business school del mondo con 6 campus in Europa.
I tirocini.
Talenti per l’Export proseguirà per oltre 40 talenti che, grazie alle borse di tirocinio messe a disposizione dalla Fondazione CRT, potranno fare un’esperienza di sei mesi in aziende del Piemonte e della Valle d'Aosta attive nell’export che hanno condotto oggi i primi colloqui con i candidati. Tra queste figurano Caffarel, Fiat Chrysler Automobiles, Lavazza, Raspini, Exclusive Brands Torino (rete di imprese di eccellenza promossa dall’Unione Industriale di Torino) e altre grandi aziende, leader nei propri settori: Farid (autocompattatori per la raccolta rifiuti), Bottero (macchine automatiche per la lavorazione industriale del vetro), Cornaglia (stampaggio lamiere, plastica e sistemi di scarico). Ma anche aziende a dimensione famigliare come la torinese Opificio Serico Fiorentino che produce tessuti e velluti da arredamento, puntando sull’alta gamma Made in Italy.
Oggi Talenti per l’Export è alla sua seconda edizione. La prima edizione – di carattere sperimentale, attuata tra il 2015 e il 2016 – aveva visto l’attivazione di 19 tirocini e aveva prodotto risultati incoraggianti; circa il 90% dei tirocinanti della prima edizione ha proseguito, a vario titolo, il rapporto con le aziende ospitanti.
Dall’industria metalmeccanica a quella chimica, dal settore del food and design a quello vinicolo, dall’automotive al comparto agricolo, dal trasporto e raccolta rifiuti al tessile, dall’industria dei giocattoli a quella degli articoli casalinghi, dall’oreficeria al settore del legno e del sughero. Sono molteplici le aree in cui i “talenti” avranno l’opportunità di cimentarsi con la “sfida” dell’export, un mercato che in Piemonte, nel corso del passato 2016, ha fatturato 4,4 miliardi di euro (secondo dati Unioncamere Piemonte).
La regione subalpina figura come la quarta regione esportatrice d'Italia: suo è, infatti, il 10,7% delle importazioni italiane totali. Le aziende piemontesi sono molto presenti all'estero, in termini di scambi e accordi commerciali, in particolare negli stati membri dell’Unione Europea, Asia e continente americano, secondo Confindustria Piemonte. Le filiere più rappresentate sono automotive (16%), edilizia (12%), abbigliamento e moda (12%), chimica (10%), agroalimentare (10%) ed energia (8%).