"Uno spot pubblicitario alla radio promuoveva l’asparisagra di Santena. Perché no. Non ero mai stato prima a Santena ma la mia attrazione per le sagre e per gli asparagi mi hanno subito spinto ad una gita che si è rivelata sorprendente. Alle porte di Torino ho scoperto un gioiellino. Un orgoglioso fiore all’occhiello. Oltrepassato il cartello di ingresso “Santena” i miei occhi, ormai abituati al degrado delle grandi città, si sono illuminati. Per qualche istante mi è sembrato di essere un grazioso paesino nord europeo. Invece no. Ero a Santena. Un eccellenza tutta italiana. Eccellenza per la pulizia, per l’ordine. Un decoro urbano che accomuna dalla prima all’ultima casa. Nulla fuori posto. Fino a giungere alla piazza principale. Al centro un fontana monumento all’asparago. Intorno gli stand. Ad accogliere all’ingresso direttamente il presidente della pro loco. Persona rilevata estremamente genuina, cordiale e disponibile. Tra i tavoli ragazzi acqua e sapone, educati, gentili, dinamici. D’altri tempi se confrontati a quelli che mi sputano sui vetri del tram o che spengono la sigaretta sulla carrozzina del tram prima di salire sul mezzo. Già, i miei occhi sono abituati a vedere le pecore nere di Torino. Guardando questa splendida gioventù, ho detto al nonno “no, con questi ragazzi il mondo non può andare a rotoli”. L’apice dell’eccellenza il menù sagra. Un trionfo di asparagi in “tutte le salse”. Trionfo per gli occhi, l'olfatto e per il palato. Mentre l’udito era coccolato orchestra adiacente. Grazie Santena. Grazie Barrile. Arrivederci. A presto.
Andrea un tranviere di Torino e dal nonno"