Attualità - 20 maggio 2017, 16:44

“Torino, città in cui avrei voluto vivere. E l’unico Salone del Libro è qui, punto” (FOTO E VIDEO)

Giuseppe Cederna, impegnato stasera a Moncalieri nei panni di Mozart, racconta le tante volte in cui ha lavorato sotto la Mole e il legame che ha con il capoluogo piemontese

“Torino, città in cui avrei voluto vivere. E l’unico Salone del Libro è qui, punto” (FOTO E VIDEO)

Nel 1992 ha conosciuto, assieme a Diego Abatantuono e al cast di “Mediterraneo” la grande popolarità, grazie ad un film da Oscar. Ma Giuseppe Cederna è anche e soprattutto un eclettico attore di teatro. Venerdì sera è stato impegnato in un evento, al Salone dell’Auto, legato al Salone Off del Libro, in cui ha raccontato, assieme a Elasti e Mario Tozzi, tre storie legate alla bici e ai viaggi in una serata intitolata “Tuttoruota”, accompagnata dalle musiche dei Tetes de Bois.

Nella serata di oggi, 20 maggio, sarà invece di scena alle Fonderie Limone di Moncalieri con “Mozart, ritratto di un genio”, un monologo in cui l’attore interpreta l’icona per eccellenza della musica classica. La sua venuta è stata l’occasione per una chiacchierata in cui Giuseppe Cederna ci ha raccontato del suo “rapporto speciale” con la città di Torino.

Giuseppe, cosa ha significato questa città nella tua carriera?

“Io ho tanti amici qui, tanti ricordi legati a questa città, dove sono sempre stato benissimo. Più ancora di Roma, poi, questa è la città dove ho lavorato di più. Se penso al teatro mi vengono in mente Amadeus e Il Giardino dei ciliegi al Carignano, uno spettacolo che feci allo Juvarra nei primi Anni Novanta, Risate Selvagge, poi La Febbre. Se penso al Museo della Montagna, chi va a visitarlo vede ancora in ogni sala i video in cui io racconto storie di uomini e di montagne, accompagnando il percorso dei visitatori. E poi se penso al cinema, mi torna in mente “Maschi contro Femmine”, che hanno ancora riproposto di recente in televisione”.

 

L’ultima volta che eri stato qui quando era stata?

“Due anni fa al teatro Gobetti aveva portato L’ultima estate dell’Europa, uno spettacolo sulla Prima Guerra Mondiale che era andato molto bene, facendo il pienone tutte le sere. Ho interpretato Primo Levi per il video-documentario di Davide Ferrario per i 150 anni de La Stampa. E dopo la venuta di questi giorni, tornerò a Torino a ottobre con “Da questa parte del mare”, con testi e musica di Gian Maria Testa, che tocca un tema di grande attualità come quello dei migranti. Deve dire che qui sono sempre stato accolto molto bene e io sono felice ogni volta che ci torno”.

 

Hai detto che da artista le tue prime venute a Torino risalgono a venticinque anni fa. Come l’hai vista cambiata questa città?

“In meglio e non lo si può dire per molte delle grandi città. Torino è sempre stata molto accogliente, ma è rimasta sé stessa, con la sua anima, alla quale ha aggiunto una modernità che ha dato un tocco di vivacità a questa città. Torino ha saputo sfruttare l’occasione olimpica per rifarsi il trucco e diventare ancora più bella e aperta. E’ uno dei posti in cui, io di origine valtellinese, sarei venuto a vivere volentieri”.

 

Senti, ma di questa querelle tra Torino e Milano per il Salone del Libro?

“Il Salone del Libro deve stare qua, punto e basta. Questa è stata sempre la sua sede storica, non vedo perché dovrebbe andare via. E non lo dico perché sono amico di Carla e Ernesto Ferrero… Io al Salone del Libro ci sono stato come scrittore, come narratore, come semplice ospite, non riesco a pensarlo in un luogo diverso da Torino”.

 

E ora non resta che venire a vederti nei panni di Mozart.

“Sarà divertimento, emozione, perché racconto di un genio che ha fatto la storia della musica, che ha vissuto con grande passione la vita fino alla fine. Sarà uno spettacolo molto intenso, anche fisico, spero di successo. Perché vorrei tornare anche l’anno prossimo a Torino con Mozart”.

Massimo De Marzi

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