Quattro laboratori e un festival suddiviso in tre sezioni per sconfiggere gli stereotipi su un quartiere difficile come le Vallette di Torino e per migliorare la coesione sociale e culturale tra i cittadini fuori e i cittadini dentro il carcere. E' un compito tutt'altro che facile quello che si è assunto "Liberazioni", kermesse che si autodefinisce appunto "Delle arti dentro e fuori dal carcere" e che questa mattina ha voluto gettare i primi semi da cui far germogliare obiettivi ambiziosi.
La cornice, quella di "Freedhome", il primo negozio dedicato a prodotti di "economia carceraria" dice già molto di una manifestazione che è unica a livello nazionale e che proprio all'intera penisola vuole proporsi come motore di integrazione e recupero. Due verbi che spesso si coniugano con estrema difficoltà all'interno di una prigione.
Tante le associazioni in prima fila, su tutte l'Associazione Museo nazionale del Cinema, ma non solo. Liberazioni è un Festival che segna sul calendario i giorni dell'8 e del 9 settembre come date clou che decreteranno i vincitori dei tre bandi dedicati a Cinema, Fotografia e Scrittura e che saranno incentrati su temi come la reclusione, la pena, la libertà e la relazione tra il "dentro" e il "fuori" dal carcere. La scrittura, in particolare, è una sezione riservata esclusivamente ai detenuti di tutti gli istituti penitenziari italiani.
A scegliere i migliori, saranno giurie volutamente miste: saranno composte infatti da professionisti, ma anche da cittadini liberi e detenuti. Le opere vincitrici riceveranno premi in denaro per un valore complessivo di 7500 euro.
Ma l'aspetto sociale non si esaurisce qui: proprio oggi sono state lanciate le call per i primi due laboratori che saranno attivati a corollario del Festival. Quello per operatori culturali e quello dedicato al video, che si chiuderanno il 14 giugno. Il target è fissato sui giovani sotto i 35 anni, proprio quelle generazioni che devono scoprire un quartiere Vallette che non è solo un'area dominata (e in parte oppressa) dalla presenza del carcere. Ma che può essere molto di più.
Gli altri due laboratori, invece, dedicati all'impaginazione e grafica e al teatro (con Stalker teatro), saranno dedicati ai ragazzi che però si trovano detenuti presso la Casa circondariale Lorusso Cutugno, ma sono aperte le iscrizioni anche per i coetanei liberi che volessero partecipare e costruire "insieme" a chi sta in carcere.
"E' un'iniziativa estremamante sfidante - racconta Valentina Noya, responsabile del progetto Liberazioni - sia per l'importanza della rete che abbiamo costruito per realizzarlo, sia per il traguardo che ci siamo posti di sottrarre il quartiere delle Vallette allo stereotipo della sola presenza del carcere. Proprio per questo ci rivolgiamo ai giovani che in queste strade sono cresciuti e stanno crescendo, affinché ci aiutino a rivalutare il quartiere Vallette".