Politica - 24 giugno 2017, 18:30

“Che venga fuori il colpevole, qualcuno dovrà pagare”: su piazza San Carlo, la riscossa delle circoscrizioni e Rosso alza la voce

Durante il consiglio delladel 3 giugno, tra le accuse rivolte all’amministrazione comunale e le proposte per nuovi percorsi educativi. A scaldare l’atmosfera, il capogruppo di Direzione Italia

“Che venga fuori il colpevole, qualcuno dovrà pagare”: su piazza San Carlo, la riscossa delle circoscrizioni e Rosso alza la voce

Mentre in sede istituzionale proseguono le indagini su piazza San Carlo, è dal basso che arriva una prima risposta alle questioni ancora aperte in materia di controllo e sicurezza pubblica. La Circoscrizione 2 riunita in consiglio ha messo all’ordine del giorno i fatti del 3 giugno scorso, con la presentazione di un documento firmato congiuntamente da Gruppo misto federalista di minoranza, Forza Italia, Direzione Italia, i consiglieri Prisco, Ventre e Zeppola del Partito Democratico, Lista Civica per Torino e Moderati. Un ordine del giorno presentato d’urgenza l’8 giugno, poco prima che venisse istituita la commissione d’indagine incaricata di fare chiarezza sugli incidenti in piazza.

Domenico Morra, del Gruppo misto federalista di minoranza, ha elencato tutti i fattori su cui occorre ancora una volta soffermarsi e ragionare: la gente ormai ha paura alla più minima situazione di pericolo; quel giorno è mancata un’ordinanza quadro in Comune che vietasse la vendita di bottiglie di vetro; non sono stati effettuati i dovuti controlli agli accessi della piazza. “Chiedo di stigmatizzare il negligente comportamento dell’amministrazione comunale, della questura e del prefetto, che hanno messo a repentaglio la vita di centinaia di persone”, declama. Ma non solo: c’è un’urgenza più concreta che preme le coscienze, quella di istituire dei percorsi educativi che aiutino le persone ad affrontare razionalmente le situazioni di pericolo. Attivare, insomma, un progetto formativo che punti all’informazione per la tutela del benessere collettivo. “Se vogliono imporre il terrore, noi avremo la forza di combatterlo”, conclude Morra.

E a rafforzare il documento portato dalla minoranza, la presenza eccezionale di Roberto Rosso, capogruppo di Direzione Italia. “Tutte le circoscrizioni dovrebbero prendere parola sul tema”, ha esordito. “Poteva essere un dramma vero, sono scandalizzato dalla leggerezza con cui è stata affrontata la situazione. Dobbiamo metterci in testa che non siamo un Paese esente dal rischio. Di fronte alle responsabilità così eclatanti del comitato di vigilanza e sicurezza, non possiamo fare finta di nulla. Sembra che tutti stiano giocando a fare il romanzo di Agata Christie, dove alla fine il colpevole è il maggiordomo. La verità è che siamo in mano a gente che non sa fare il proprio lavoro… Ma se il sindaco si sente la coscienza a posto rispetto al suo agire, e crede di essere nel giusto, allora che si unisca a noi nel chiedere le dimissioni del questore e del prefetto”. Un’esortazione accalorata cui non ha mancato di unirsi il consigliere Domenico Angelino: “Il colpevole deve uscire fuori. È finito il tirocinio della nuova giunta, ora diamoci una svegliata tutti quanti”.

Per contro, il pentastellato Daniele Miù ha ricordato le dovute scuse alla cittadinanza presentate dal sindaco Appendino qualche giorno dopo i fatti di piazza San Carlo, e ribadito che “quando le responsabilità saranno accertate, noi saremo i primi a chiedere giustizia”.

Non sono mancate poi le critiche alla decisione di far svolgere ugualmente, dopo la morte di Erika Pioletti, le manifestazioni di piazza dedicate al Torino Pride e a San Giovanni. E in un attimo si è completato il cerchio, facendo planare il discorso sugli scontri in piazza Santa Giulia. “Anche questo è un esempio eclatante di malagestione dell’ordine pubblico”, ha commentato Iuri Bossuto, di Torino in comune. E ancora Gianuigi De Martino del PD: “Vorrei poter andare in piazza Santa Giulia senza aver paura del mio amico poliziotto, incaricato di garantire la mia sicurezza”.

Dove il mantenimento della salute pubblica è risultato carente ai piani alti, giù in periferia i toni accesi stanno dimostrando, in definitiva, la voglia di reagire con un’azione puntuale e mirata, che cominci dall’informazione capillare di tutte quelle persone che, come si è visto, sanno essere pericolosissime a se stesse, se non opportunamente controllate.

 

 

Manuela Marascio

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