Piazza Castello "invasa" dalle bandiere della pace nel pomeriggio di ieri, venerdì 30 giugno. Un centinaio di persone ha partecipato al presidio per chiedere all'Italia di schierarsi contro l'energia atomica a scopo bellico.
L'iniziativa, "Italia ripensaci", è stata organizzata dal "Coordinamento di cittadini e associazioni contro l'atomica, tutte le guerre e i terrorsmi", nello specifico per un appello al presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio, oltre che al Segretario Generale delle Nazioni Unite, per far sì che l'Italia sostenga il bando Onu delle armi atomiche, avendo votato contro la risoluzione che iniziava la strada per il divieto.
Il centinaio di partecipanti ha dato vita a un flashmob: dopo alcune note suonate da un trombettista, i presenti si sono abbassati simulando con le braccia un gesto di protezione da un'esplosione. Al termine, quattro ragazze, provenienti dal Centro studi Sereno Regis e dalle comunità musulmana, buddista e cattolica hanno letto a voce alta l'appello rivolto all'Italia.
Diverse decine i soggetti che hanno aderito al comitato: Acli, Anpi, Radicali, Cgil, Cisl, Uil, Consorzio Ong piemontesi, Legambiente, oltre che i rappresentanti delle diverse religioni, sono solo una piccola parte delle sigle unite del coordinamento. In piazza, tra gli altri, presenti anche l'assessore all'Integrazione del Comune di Torino Marco Giusta, la segretaria torinese della Cgil Enrica Valfrè, Giampiero Leo in rappresentanza del Consiglio regionale del Piemonte, portando i saluti di Sergio Chiamaparino e del presidente del Consiglio Mauro Laus, Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati in Sala Rossa, Elena Piastra, vicesindaco del Comune di Settimo Torinese.
"Crediamo che la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca sono contrarie al bene dell'umanità e all'etica di ogni civile convivenza", dice il Coordinamento, salutando gli altri raduni convocati nelle piazze d'Italia.