“Furibonda” è l’aggettivo che meglio descrive Clara Cairola Mellano in questo momento: farmacista, volto storico di Vanchiglia, ex assessore comunale ed ex presidente della Circoscrizione 1, è l’attuale presidente dell’associazione commercianti della zona e del comitato di quartiere sponde del Po e Vanchiglia. Non si contano i suoi interventi nel dibattito sulla “mala movida”.
Questa volta, però, la questione riguarda le associazioni di categoria, Ascom e Confesercenti, che il 26 giugno hanno incontrato il Prefetto, dopo una lettera aperta che seguiva i fatti di piazza San Carlo, per parlare dei problemi del quartiere.
“Ascom e Confesercenti – ha spiegato Clara Cairola Mellano – difendono gli esercizi commerciali e in particolare i ristoratori, che sono molto forti all’interno di queste associazioni. Ma non pensano che dove arrivano gli esercizi tipici della movida chiudono tutti gli altri, quegli esercizi ‘di vicinato’ che sono il tessuto buono della città. Serve, invece, un giusto equilibrio, non va bene rappresentare soltanto una categoria”.
Clara Cairola Mellano lamenta di essere stata ignorata, lei e l’associazione che presiede. “Nessuno è venuto a chiederci come la pensassimo, all’ultima riunione non siamo nemmeno stati invitati – ha attaccato –. Se lavorano solo certi esercizi si rovina il tessuto commerciale del quartiere. In via Santa Giulia, tanto per fare un esempio, ha chiuso una panetteria e ha aperto l’ennesimo bar. Insomma come fai a parlare dei problemi di Vanchiglia se non conosci la situazione?”.
L’incontro con il Prefetto, al quale aveva partecipato anche la sindaca, però era privato, chiesto da Ascom e Confesercenti, non era quindi possibile assistere.
Quello che contesta Clara Mellano, piuttosto, è la mancanza di una visione globale della situazione sociale di Vanchiglia, dove si scontrano le necessità di una popolazione che la notte vorrebbe dormire – e di giorno trovare parcheggio – con quelle di un’altra popolazione che invece si riversa qui a causa della graduale chiusura di altre importanti aree di movida.
La questione più rilevante che, a onor del vero, è stata sottolineata anche dalla Circoscrizione 7 durante gli ultimi incontri con l’assessore Sacco, riguarda il blocco delle nuove licenze per i prossimi 24 mesi.
“La Legge Bersani – ha spiegato Clara Mellano – impedisce di bloccarle, ma di recente il governo ha introdotto una nuova possibilità, i sindaci possono infatti utilizzare il Daspo per bloccare le nuove licenze per due anni. Il problema è che nel frattempo gli affitti dei negozi stanno diventando carissimi, il lattaio o il panettiere non possono permetterseli e restano soltanto i locali e gli esercizi commerciali gestiti dai cinesi. Sono gli unici che ce la fanno”.
“In questo momento – ha concluso – la tendenza generale è quella di affittare gli spazi ai locali, aumentando quindi gli affitti, ma per guadagnare di più sugli affitti si abbassa il valore degli altri alloggi che si trovano nello stesso stabile. Nel frattempo ci sono molte più vendite di appartamenti rispetto al passato, la gente scappa”.