La sentenza del TAR del Piemonte, che ha respinto il ricorso di Associazioni di pazienti e familiari, Comuni e Consorzi socio-assistenziali e privato sociale, non rappresenta una vittoria per la Giunta regionale, bensì un pericolosissimo arretramento in termini di servizi e cure per centinaia di pazienti psichiatrici piemontesi. A denunciarlo Gian Luca Vignale, Presidente del Gruppo consiliare del Movimento nazionale.
“Fino ad oggi - dichiara Vignale - il sistema della psichiatria piemontese si basava sul principio di garantire gratuitamente cure e riabilitazione sanitaria a chi era affetto da una patologia mentale. L’attuale atto invece prevede che 1000 pazienti, che erano curati e assistiti all’interno di Gruppi Appartamento o Comunità alloggio, da domani avranno solo più diritto all’assistenza e non alla cura”.
“Saitta e Chiamparino riescono a “guarire per delibera” 1000 pazienti psichiatrici attuando, ancora una volta, l’unica modalità di gestione che conoscono nella sanità piemontese: ridurre costi e ridurre servizi. Arriveremo con la delibera 29 ora applicabile alla “badanza psichiatrica” e non più alla cura", continua Vignale.
“E’ una vera sottrazione al diritto di cura. E’ come se per delibera decidessero che un malato oncologico non va più curato, ma solo assistito. Denunceremo politicamente e non solo ogni singolo paziente piemontesi al quale hanno negato il diritto di cura. L’aspetto più triste è che hanno anche il coraggio di rallegrarsi", dichiara Vignale.
“Inoltre il passaggio dalla cura (gratuita) all’assistenza (a pagamento) graverà su centinaia di famiglie e comuni. Più di 1000 pazienti che oggi erano curati gratuitamente da domani dovranno coprire il 60% della spesa (più di 1.500 euro/mese) oppure attendere che il Comune in cui è residente ne garantisca la copertura. Questo porterà a centinaia di pazienti che non potranno più permettersi di essere curati o anche solo assistiti”.
"La delibera 29, però, prevede anche due aspetti da noi sempre condivisi ed essenziali: la sottoscrizione da parte di pazienti, familiari ed associazioni del percorso di cura e la scelta del luogo di cura. “Da lunedì chiederemo a Responsabili dei Dipartimenti di Salute Mentale e singoli psichiatri del sistema pubblico tutti i percorsi di cura dei pazienti “curati per delibera” e modalità con cui i pazienti piemontesi sceglieranno il luogo più idoneo a farsi curare".
"Se anche un solo paziente psichiatrico al quale prima veniva riconosciuta la necessità di cura avrà un percorso solo assistenziale non esiteremo a recarci in Procura", conclude Vignale.