Quando la politica è priva di un suo "ubi consistam" tende a chiudere porte e finestre, a blindare il consenso ottenuto con il democratico strumento del voto, e a costituirsi in potere esclusivo. Mussolini è il più prossimo antesignano della manipolazione del linguaggio. Sembrandogli poco virile il "lei" impose il "voi" e nella guerra ai forestierismi si impuntò sul "bar" che dagli anni '30 dovette chiamarsi "mescita".
Dopo tanti cambiamenti nella lingua, il consenso al regime crollò ugualmente per i tragici errori politici. Con questo, rivolgo un appello al sindaco Appendino, come personalmente continuerò a chiamarla, perché rinsavisca e non trasformi in operetta il duro lavoro dell'amministrazione. Per dire, se devo criticare "l'assessora" all'Ambiente, la mia critica è più efficace e motivata se rivolta all'assessore, oppure rischio di discriminare l'assessore apostrofandolo con il nome di genere "assessora".
Se i "cittadini" diventano "persone" negli avvisi esposti negli uffici pubblici, si cancella una conquista della Rivoluzione francese, cioè dell'evento che ha aperto, fra mille contraddizioni, le porte alla modernità. I cittadini sono protagonisti nella vita repubblicana.