Inizia il nuovo anno scolastico per le famiglie italiane e torinesi, e le aule tornano a riempirsi di bambini e ragazzi dopo tre mesi di vacanza. E, puntuale ogni anno come la riapertura delle scuole, torna a presentarsi la questione dei costi dello studio, che per molte famiglie rimangono alti, talvolta insostenibili. Il capoluogo piemontese non fa eccezione.
Un problema, quello dei costi, che non diminuisce nemmeno con la ripresa economica. Se la questione rimane calmierata alle elementari, con i soggetti pubblici che forniscono alle famiglie le risorse necessarie, con medie e superiori la cosa torna a porsi in maniera decisa. Già subito dopo le elementari, infatti i costi salgono: “Oltre alle quote di iscrizione, si devono prendere i libri – dicono i genitori - tra cui quelli con gli esercizi, che devono essere nuovi, e inoltre, con il primo anno, arrivano gli atlanti, le cartelline per tecnica, i diari, le squadre e i compassi. Anche senza contare i libri, è una spesa che incide molto sul bilancio familiare”.
Con il liceo, poi, i costi aumentano ancora, marcatamente. I soli libri, anche se presi usati, arrivano a 300 euro, a cui vanno aggiunti i costi di iscrizione alle scuole, che oscillano, a seconda dell'istituto e dell'Isee dei genitori, fino a 150 euro. Aggiungendo la cancelleria e le altre necessità, è un attimo arrivare a 500 euro. Per ogni studente. Quello che a Torino è facile da palpare è una differenza tra le zone della città. I genitori del centro, ad esempio, pur ammettendo l'incisività delle spese, ne parlano in termini sostenibili. Diversa la cosa in periferia, dove le difficoltà vengono percepite molto più duramente.
Silvia, professoressa in una scuola media della periferia torinese, parla di situazioni frequenti di disagio: “Ci sono diverse famiglie con grosse difficoltà, anche perché i libri arrivano a costare fino a 300 euro l'anno. In diversi ricorrono all'usato, oltre che ad altri modi per riuscire a procurarsi tutto il materiale, come chiedere alla scuola di iscrivere un fratello più piccolo nella sezione di quello maggiore, per poter passare i libri da un figlio all'altro. In certi casi limite, poi, siamo anche noi professori che diamo ai ragazzi con le difficoltà maggiori i libri che i rappresentanti ci regalano”. Ma, in periferia come in centro, le esigenze non sono le uniche cose ad avere un costo. Molte famiglie, infatti, spesso spendono qualcosa in più del necessario, per fa si che lo zaino, il diario e l'astuccio siano proprio quelli desiderati dai loro figli, che con l'inizio della scuola li sfoggeranno insieme ai loro piccoli compagni.
L'usato, come evidente, è uno dei tavoli su cui si gioca la partita per diverse famiglie. Ma le tradizionali librerie compro-vendo adesso hanno un rivale in più: “Fino a qualche anno fa, a quest'ora, in negozio trovavi la coda. Adesso anche Amazon vende l'usato, quindi a noi si rivolgono decisamente meno, anche se nel tempo ci siamo attrezzati per stare anche noi nell'e-commerce”.





