Cultura e spettacoli - 28 settembre 2017, 09:55

Giacomo Grosso: Torino e Cambiano unite per una grande mostra

Uno dei grandi maestri della cultura torinese, in mostra oltre cento quadri per la prima volta dagli anni Novanta. Coinvolti quattro enti: Fondazione Accorsi-Ometto, Comune di Cambiano (luogo di nascita dell’artista), Palazzo Madama e Accademi Albertina di Belle Arti

Per il secondo appuntamento del ciclo “I Maestri dell’Accademia Albertina”, alla Fondazione Accorsi-Ometto arriva una mostra dedicata al pittore torinese Giacomo Grosso.

Nato a Cambiano nel 1860, Grosso rappresenta una delle eccellenze della cultura torinese dell’inizio del XX secolo. Pittore apprezzato soprattutto dall’aristocrazia, conosciuto fino a Buenos Aires, Grosso fu difeso dallo scrittore Antonio Fogazzaro quando il Patriarca di Venezia lo attaccò per un suo quadro “scandaloso”, nel 1895. La particolarità dell’esposizione che gli viene dedicata riguarda anche gli enti coinvolti. I suoi quadri, infatti, saranno esposti in quattro luoghi: oltre alla Accorsi-Ometto, infatti, sono coinvolti anche Palazzo Madama, la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti e il Comune di Cambiano, che esporrà all’interno del Municipio. 

Uno sforzo collettivo per dare il giusto riconoscimento a uno degli artisti più apprezzati della cultura torinese, purtroppo quasi sconosciuto al grande pubblico. La mostra sarà visitabile da oggi, giovedì 28 settembre, fino al 7 gennaio 2018 in tre dei quattro luoghi che ne ospitano gli allestimenti: l’unica eccezione riguarda Palazzo Madama, dove invece chiuderà il 23 di ottobre. 

Il lavoro del pittore viene raccontato attraverso più di cento quadri, come non accadeva dai primi anni Novant, in arrivo da diverse collezioni private e dalle collezioni dei quattro enti coinvolti (come “Il Pater Noster”, 1934, e il “Ritratto di Giuseppe Verdi”, 1902, che arrivano dal Palazzo Comunale di Cambiano insieme ad altri).
Ma ci sono anche opere prestate da altri musei. Diversi quadri, tra cui il “Ritratto di signora” del 1920, arrivano dalla GAM di Torino. Un’altra, invece, arriva dal Museo della montagna, è il “Ritratto di Umberto I” del 1894. C’è anche “Signora in aperta campagna”, dipinto del 1889 che fa parte della collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, così come il  “Ritratto della contessa Daisy de Robilant Francesetti di Malgrà” del 1897.

Per accompagnare le opere è stato messo in piedi un ricco ciclo di conferenze, che prenderà il via il 5 ottobre a Palazzo Madama, quando la storica dell’arte Clelia Arnaldi di Balme terrà una conferenza dal titolo “La cornice d’alcova e gli arredi del Settecento nello studio di Giacomo Grosso” (ore 17.30). La figura dell’artista è infatti trattata sotto diversi aspetti, la pittura, certo, ma anche il suo studio, la passione per gli arredi settecenteschi e, in generale, il luogo in cui Grosso disponeva sulle tele delicate pennellate di colore.

Altre tre conferenze, tra il 7 ottobre e il 25 novembre, saranno ospitate dalla Fondazione Accorsi-Ometto, mentre il 14 ottobre sarà la Biblioteca del Comune di Cambiano a ospitare una conferenza di carattere biografico: “Giacomo Grosso, dagli anni dell’adolescenza allo scandalo veneziano”, con lo storico dell’arte Gian Giorgio Massara (ore 17.00).
Tra l’11 novembre e il 5 dicembre, infine, gli incontri si terranno presso la Sala azzurra dell’Accademia Albertina di Belle Arti.

Per approndire: http://www.fondazioneaccorsi-ometto.it/it/mostre/gallery/le-mostre-in-corso/

Paolo Morelli

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