Economia e lavoro - 28 settembre 2017, 12:05

A Torino il mattone ha smesso di cadere. E ora tocca ai giovani

I prezzi, pur essendo più bassi del 40% rispetto al periodo pre crisi, non calano quasi più. E torna la voglia di acquisto, soprattutto tra gli under 35

A Torino il mattone ha smesso di cadere. E ora tocca ai giovani

Il mattone si è fermato. Non precipita più, anche se qualche scricchiolio sinistro ancora si intuisce. E la differenza dal periodo precedente crisi è ancora notevole.

Come dimostra la rilevazione Tecnocasa, che nel primo semestre 2017 ha visto le quotazioni scendere, anche se di un solo punto percentuale. Una discesa che in alcune aree, come quelle del centro, arriva a quasi due punti e mezzo. Cosi come a Santa Rita- Mirafiori Nord. Ancora più giù  e la Collina (-3,4%). Risalita impercettibile invece in zone di periferia come Nizza-Lingotto-Mirafiori e San Paolo- Francia. Ma il valore degli immobili, rispetto al 2009, è calato di quasi il 40%.

Prezzi che dunque (insieme a un costo del denaro accessibile) stimolano le compravendite, tanto da far intuire concretamente un effetto ripresa, visto che anche la disponibilità di spesa appare più robusta rispetto al passato. Le compravendite sono salite di quasi 5 punti rispetto a un semestre 2016 in cui gli affari erano letteralmente decollati (+4,3% in provincia). E calano pure i tempi di vendita (circa 5 mesi, 6 in provincia), con 20 giorni in meno rispetto al passato. Offerta e domanda, dunque si avvicinano. E chi compra sono soprattutto i giovani, i cosiddetti millenials, sotto i 35 anni. Così come torna l'acquisto come investimento.

La tipologia più ricercata è il trilocale: un prezzo medio di 108mila euro (erano 146milanel 2012), mentre la quota di mutuo permette un budget di partenza di 21.600 euro (erano 29..200 nel 2012). Il tasso medio di mutuo è sceso in 5 anni dal 4 al 2,10% e la rata è scesa da 557 a 323 euro. Il risparmio effettivo sul costo totale, dunque, per questa tipologia di casa è del 40% (-92mila euro circa).

A livello si settori, infine, se la compravendita privata mostra segni di vitalità, faticano ancora quelle del commercio e dei servizi. "Ma una città che rimane viva e con i negozi aperti deve essere l'obiettivo auspicato da tutto, da noi, ma anche dall'amministrazione - ha detto Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti - e la sfida che ci si pone di fronte è quella dell'online, come per altri settori. Una sfida che si vince con la formazione, per essere pronti alla rivoluzione digitale".

E se non si compra, si affitta. Un settore, quello delle locazioni, particolarmente stabile, visto che i canoni segnano un -0,1%. La domanda, comprensibilmente, è particolarmente vivace nella zona centrale, a ridosso delle aree universitarie.

Massimiliano Sciullo

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