Continua il Proxima, il festival "contro G7" organizzato a Torino dalle forze politiche di sinistra, che da giorni e fino a domenica  sta vedendo una lunga serie di eventi e dibattiti i Murazzi. E continua  anche la lista degli ospiti celebri che stanno passando per il  capoluogo piemontese, che proprio ieri ha visto l'arrivo di Nicola  Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, l'ex segretario  nazionale della Fiom Maurizio Landini, Gianis Varoufakis, ex ministro  dell'economia greco e ora fondatore di Diem 25, e Lorenzo Marsili,  omologo italiano per Diem.  
Il tema del dibattito è uno dei  leitmotiv di Proxima: "99% per tanti, non per pochi". E su questa  traccia i relatori non sono andati molto per il sottile. 
"Un  regime degenerato ha sempre paura dei suoi cittadini - esordisce  Varoufakis parlando del meeting spostato da Torino a Venaria - La  violenza non è mai la risposta, ma a volte diventa inevitabile. Ora  abbiamo bisogno di un movimento pacifico che dia speranza alla  maggioranza delle persone". Anche i governi   italiani hanno avuto una  colpa nella questione ellenica, dice Varoufakis: "Nel 2015 in Grecia c'è  stato un colpo di Stato, in cui non hanno usato i carri armati ma le  banche. E l'Eurogruppo per fare questo si è servito anche di un politico  italiano: Piercarlo Padoan. È ora si chiedono come mai hanno perso le  elezioni e come mai Renzi sia diventato uno zimbello". "Questo G7 -  chiude l'ex ministro greco - non ha parlato dell'eredità della crisi e  dell'impatto dell'automazione sul lavoro. Come il Titanic, dopo aver  preso un iceberg, si stanno spargendo i posti sul ponte".
 
Nicola  Fratoianni parla di un "meeting chiuso, mentre noi siamo in città ad  aprire spazi per tutti. Oggi l'emergenza non è l'immigrazione, ma le  disuguaglianze: una minoranza che si è arricchita sempre di più durante  la crisi". Ma il Proxima è stato anche la prima prova sul campo di  Alternativa Popolare: "È un grande successo. Ora dobbiamo ricostruire  spazi dove ascoltare". Sul tavolo c'è anche un'altra questione di  prim'ordine: "A oggi costruire un'allenza col Pd è impossibile - dice  secco Fratoianni - non per voglia di essere minoranza, ma per cose come  il Jobs Act, la Buona scuola, le guerre ai poveri invece che alla  povertà". Ma al contempo, si dice molto favorevole a una lista unitaria  di sinistra.
Molto atteso anche l'ex segretario Fiom Maurizio  Landini: "C'è una storia che parte dalla caduta del Governo Berlusconi,  quando una lettera della Bce attaccava già l'articolo 18 e la scuola, e  la linea non è cambiata in Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. Non siamo  andati a votare su nessuno degli interventi e non abbiamo mai potuto  decidere liberamente su cosa si doveva fare". Per quanto riguarda la  vita e la prospettiva della sinistra, "non basta unire o ricostruire la  sinistra, dobbiamo ricostruire l'unità sociale. Per un giovane o un  precario cosa sono la destra o la sinistra se con loro al governo non  cambia niente?".
Fratoianni ha poi infine Landini a entrare in politica, incassando il rifiuto, scherzoso ma fermo, dell'ex segretario Fiom





 
 

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