Eventi - 29 settembre 2017, 10:34

Stasera alle 19 inaugura "The Stoker" di Maurizio Pellegrin

Il titolo è preso in prestito da un racconto giovanile di Franz Kafka

Stasera alle 19 inaugura "The Stoker" di Maurizio Pellegrin

Inaugura stasera alle 19 The Stoker, la prima mostra personale in galleria di Maurizio Pellegrin, a cura di Filippo Fossati.

Il titolo della mostra, presentata da NeoChrome, “The Stoker” (Il fochista) è preso in prestito dal primo racconto che lo scrittore praghese Franz Kafka scrisse in gioventù, ripubblicato in seguito come un frammento del romanzo “Amerika”. I lavori che Maurizio Pellegrin ha realizzato per la mostra torinese condividono non solo il titolo ma anche le circostanze esistenziali in un sistema inquietante e intangibile che pone continuamente l’autore in situazioni bizzarre. Nelle sue parole:

Queste opere per Torino sono sottese da un desiderio sottile di attraversamento. Gli elementi che compongono i lavori richiamano attraverso le loro precedenti funzioni a un movimento costante: gli archetti per i violini, i guantoni da pugile, i pennelli da barba e il quasi infinito passaggio dellago nella fabbricazione dei vecchi tappeti. Eun gruppo di opere che racchiude e porta con sé un sentimento americano, di quella America che ho conosciuto io, di quella America dove un lavorio costante quasi a discapito dello spirito tiene in moto le cose. Ceanche l‘affiorare di un sentimento di abbandono, tra il grande patchwork che rimanda ai sogni degli anni settanta e il costume da clown del nuovo travestimento americano. Pochi i colori, molti i simboli di questa epifania del silenzio rumoroso che mi ha accompagnato per molti anni.” 

 

Maurizio Pellegrin è impegnato da tempo in un progetto ambizioso. Vuole raffigurare le emozioni, i movimenti, le energie e le tensioni dell’attività umana presente e passata. Attraverso gli oggetti, residui, manufatti della vitalità e dell’operosità umana vuole raffigurare contemporaneamente il gioco e le regole del gioco, seguendo una sua precisa trama misteriosa. Vuole dare un senso e un ordine a quel caos apparente che è la vita senza cadere nel tranello di un banale realismo e neppure di un allegorica allusiva più o meno emblematica. Non si tratta solo di creare immagini, ma di inventare delle composizioni davanti a cui lo spettatore si impegni attivamente, mentalmente. Si tratta di usare lo sguardo, creare uno stile, stabilire le regole, determinare le premesse. Nè illustrazione nè ideologia: un progetto ambizioso. L’artista mette in scena, di volta in volta, una serie non finita di opere, in cui gli elementi in campo sono residui passeggeri e transitori del nostro passato. La realtà, sembra dire l’artista, non esiste. Tutto quel che ci circonda è solo una fabbricazione della nostra mente. Il tema di fondo sembra essere il solito; quello della quotidiana assurdità della condizione umana, il cui momento decisivo è perpetuo e mai definitivo, perché tutto è successo e nulla è ancora accaduto.

r.g.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU