Attualità - 07 ottobre 2017, 07:28

"Soddisfazione per l'attribuzione del Nobel per la pace 2017 a Ican"

Il commento del Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani e di Arci Servizio Civile: "Una grande vittoria per il disarmo"

"Soddisfazione per l'attribuzione del Nobel per la pace 2017 a Ican"

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani intende esprime soddisfazione per l’attribuzione del premio Nobel per la pace 2017 a Ican, la Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari che raccoglie oltre 440 gruppi di cento paesi diversi.

In tale circostanza merita un ricordo la figura nota a pochi di Stanislav Petrov, tenente colonnello dell’Armata Rossa e recentemente scomparso. Egli, disattendendo i protocolli militari dell’epoca, riuscì a sventare l’orrore di un terzo conflitto mondiale; era addetto ai calcolatori sovietici per la difesa nazionale la notte del 26 settembre 1983, quando rilevò sugli schermi della sua postazione un grappolo di missili con testata atomica statunitensi.

La procedura avrebbe dovuto comportare l’invio dell’allarme al Cremlino, che, in pochi istanti, avrebbe dovuto rispondere probabilmente al fuoco nemico. Petrov, intimamente convinto di un errore da parte del sistema, si assunse l’enorme responsabilità di tacere ai suoi superiori quanto riscontrato, perché avrebbe determinato una catastrofe nucleare. Ebbe ragione: i missili non erano stati lanciati; ma venne punito per la sua disobbedienza con la “morte civile” e uno stipendio indecoroso, che lo condusse a condizioni di vita miserabili e difficili. Morì nel degrado e nell’obblio.

Il regolamento del premio Nobel non prevede l’attribuzione dello stesso a personaggi deceduti; tuttavia sarebbe doveroso tributare giusti riconoscimenti alla memoria di un uomo che seppe obbedire alla propria coscienza, superando la rigidità degli schemi militari. Oggi più che mai è necessario porgere alle generazioni modelli positivi, le cui azioni siano improntate al buon senso, alla giustizia e alla solidarietà. La vertiginosa  corsa agli armamenti, che sta portando a fare incrementare il numero delle bombe atomiche anche in quegli stati la cui povertà è tale da meritare ben altro uso per le risorse economiche spese, dovrebbe spingerci alla riflessione.

Per questo motivo, il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani propone di ricordare nelle scuole la scelta di Petrov, che corrisponde alla difesa strenua della pace, attraverso laboratori didattici e azioni volte alla tutela dell’armonia globale. Si invitano i docenti a dedicare del tempo per far conoscere il periodo storico in questione e l’importanza di un atto così coraggioso, per non dimenticare.

"Una grande vittoria per il disarmo", definisce il Nobel all'Ican l'Arci Servizio Civile. Il direttore della Campagna Beatrice Fihn ha commentato questo premio come "un messaggio agli stati che hanno armi nucleari". Lorenzo Siviero, Presidente di Arci Servizio Civile Piemonte, afferma come "l’importante scelta, simbolica ma anche fortemente politica, fatta dal Comitato norvegese per il Nobel, si inserisce tempestivamente in un quadro europeo che vede profilarsi l’aumento delle spese militari in chiave difensiva come strategia per la gestione dei flussi migratori ed in quello mondiale con la follia nucleare di Pyongyang e la scellerata gestione della crisi da parte del Presidente Trump".

"Solo nel 2016 l’Italia ha previsto un piano di finanziamento per la gestione dell'"emergenza migratoria" per un totale approssimativo di 90 milioni di Euro, finalizzati all'acquisto di armamento e alla ricerca tecnologica militare; il piano settennale di finanziamento militare prevede una spesa complessiva pari a circa 3 milioni di Euro, quindi una media di 500 milioni di Euro annui. Il piano è stato costruito e proposto in funzione al recente aumento del fenomeno migratorio ed è stato approvato sull’onda xenofoba di una presunta invasione nazionale, spesso fomentata da una retorica della paura proposta da talune pericolose posizioni politiche".

Il Nobel ad una campagna, dichiara Siviero, "è inoltre significativo perché premia un impegno ed un lavoro collettivo, ‘dal basso’, partecipato. Come a dire l’impegno di migliaia di cittadini di tutto il modo, forse ancora di più che di una sola figura carismatica, può essere la chiave di lettura per affrontare istanze complesse e obiettivi apparentemente irraggiungibili".

"Ora ci auguriamo si arrivi speditamente alla ratifica, da parte dei 50 stati che lo hanno sottoscritto, del nuovo Trattato per la messa al bando delle armi nucleari adottato dall’Onu lo scorso luglio. Su questo il nostro Paese ha il dovere di ripensarci, tornare sui suoi passi e sottoscrivere il Trattato: con il Nobel arriva un richiamo, se possibile ancora più forte e chiaro per andare in questa direzione. Un futuro di disarmo è possibile".

c.s.

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