Una "maggiore età" che segna la tappa cruciale di un tracciato geografico complesso: questo diciottesimo rapporto Giorgio Rota racconta una Torino costretta a fare i conti con lo spazio dentro e intorno a sé.
Il lavoro del Centro Einaudi quest'anno analizza il tessuto economico e sociale cittadino in relazione al contesto nazionale e internazionale, ma non solo. Il corredo di mappe vuole essere una guida per esplorare i fenomeni in una dimensione spaziale, rompendo i confini strettamente amministrativi per andare a toccare i territori circostanti. Stesso approccio vale per la geografia interna al capoluogo: la discrepanza tra il centro e le periferie è in aumento, con le diverse peculiarità di ciascuna.
"Qual è il posto occupato da Torino nella ripresa nazionale?", si chiede Salvatore Carrubba, presidente del Centro Einaudi. Il quadro generale è tendenzialmente negativo, con un netto peggioramento delle produzione che fa guadagnare a Torino il penultimo posto tra le città del centronord. Analogamente da diversi anni sta diminuendo il numero di imprese, e, per quota di società capitali, Torino precede solo Reggio Calabria. Giorgio Marsiaj, presidente di Amma, ha sottolineato il potenziale di crescita intrinseco, a patto che si punti sull'innovazione e sull'industria 4.0 secondo il piano Calenda. L'obiettivo deve ormai essere chiaro: crescere, necessariamente, in un'ottica globale.
Perché se Torino, come sostiene Piero Gastaldo, segretario generale della Compagnia di San Paolo, deve smettere di essere il "cul de sac" della Pianura Padana per inserirsi pienamente nel tessuto europeo, puntare sull'export e sui servizi del terziario, sempre in un'ottica internazionale, può segnare la svolta, il recupero della rotta.
Un'evoluzione che, però, ha ragion d'essere solo nell'ottica di un risanamento di quello che viene definito il "paradosso giovanile": Torino è tra le peggiori metropoli del centronord per tasso di disoccupazione, cui si aggiunge un'altissima concentrazione di anzianità. E le criticità maggiori si registrano tra gli stranieri altamente qualificati che cercano lavoro qui, anche se non si può ancora parlare di fenomeni contro-migratori. Unica eccezione virtuosa, il Politecnico, i cui laureati trovano impiego in poco tempo.
Infine, saltano all'occhio le problematiche sociali. L'assessore Sonia Schellino ha parlato di Welfare prospettando la progressiva estensione del reddito di inclusione, a partire dal 2018, andando a toccare non solo le persone particolarmente in difficoltà, ma un panorama cittadino più vasto. Al momento l'offerta di housing sociale si dimostra insufficiente: sono in crescita le richieste di sostegno per la locazione e l'accesso agli alloggi, così come il numero di senzatetto nei dormitori.
A fare da collante tra questi diversi scenari, il giudizio del vicesindaco Guido Montanari: "Finalmente abbiamo numeri alla mano e fatti concreti: il rapporto Rota esce dal chiacchiericcio e ci riporta alla realtà. Si parla di recuperare la rotta, ma io sarei più per cambiare l'imbarcazione. Ci hanno detto per tanto tempo che la nostra barca andava benissimo, ma ora l'orizzonte da raggiungere è molto lontano. Sarebbe sbagliato rinchiudersi ad aspettare che la tempesta passi, noi siamo dell'idea di riparare i danni e proseguire il cammino". I primi obiettivi saranno la revisione del piano regolatore, per renderlo più leggero e flessibile, e un ingente investimento sui lavori di manutenzione. Tenendo a mente che pensare alla crescita della città va sempre fatto secondo uno sviluppo sostenibile: "Terremo conto delle esigenze dei cittadini e del rispetto dell'ambiente, pur sapendo di partire da una situazione economica difficile. Torniamo ai fatti tangibili, uniamoci in una comunità. E smettiamola di parlare del declino di Torino".