Calcio - 16 ottobre 2017, 14:30

Juve: non è ancora tempo di processi, ma così non va

Ancora una sconfitta contro la Lazio getta ombre sulla squadra bianconera: sfortuna e rigore sbagliato da Dybala non possono rappresentare una giustificazione, dietro al ko c'è di più.

Juve: non è ancora tempo di processi, ma così non va

Si, pare proprio un déjà-vu: ancora una sconfitta, ancora una volta ad opera della Lazio. A differenza però di quanto avvenne lo scorso agosto, in quest'occasione c'è l'aggravante dello Stadium (meritatamente) profanato. Perché sì, la Lazio ha meritato di vincere per quanto mostrato sul campo in termini di attenzione, concentrazione e voglia di vincere. Caratteristiche tipiche del DNA della Juventus, che quest'anno faticano ad emergere. Analizzando con attenzione il ko maturato contro la squadra di Simone Inzaghi (tecnico che sta dimostrando di valere e non poco), non si possono trovare giustificazioni nella sfortuna e nemmeno nel rigore sbagliato da Dybala: alla base di tutto c'è di più.

C'è una squadra che dopo sei anni di successi fatica enormemente a trovare stimoli e vive di una presunzione di onnipotenza che tale non è. Ci sono giocatori ormai provati da mille battaglie che sentono il peso degli anni e inoltre, ma non è una novità, manca pure una chiara idea di gioco. È vero, ci sarebbero pure assenze importanti (Pjanic e Marchisio su tutti), ma questa Juve non doveva essere quella migliorata anche nelle riserve? Emergono dubbi pure sulle condizioni fisiche e mentali di alcuni dei protagonisti della squadra bianconera, leggasi alle voci Higuain e Dybala. Il primo lontano parente del bomber che ha fatto innamorare i tifosi bianconeri con i suoi gol, il secondo ridimensionato dagli eventi e dai rigori sbagliati nelle ultime due partite: a scanso di equivoci però, teniamo a sottolineare che per entrambi non c'è il minimo dubbio sulle loro capacità ed è questo che forse più preoccupa vedendo il rendimento recente. Rendimento al di sotto delle aspettative, da cui non si può dissociare un allenatore apparso in evidente stato confusionale: quella confusione di cui già parlammo proprio nel post Supercoppa, che a distanza di un paio di mesi non sembra aver abbandonato la guida tecnica juventina.

Detto ciò, due partite senza vittoria non possono essere considerate indice di una vera e propria crisi. In fin dei conti siamo appena ad ottobre, quel che è certo però è che serve una svolta decisa e immediata. Fortunatamente già mercoledì ritorna la Champions League, con il match casalingo contro lo Sporting Lisbona: tutte le parole pronunciate a partire dal triplice fischio di sabato scorso varranno zero e a parlare sarà solo il campo. Non è ancora tempo di processi, urge però ritrovare quello spirito che ha reso grande la Vecchia Signora. Poi si potrà anche perdere, d'altronde fa parte del gioco, ma c'è modo e modo di farlo. Rimaniamo comunque convinti di una cosa: questa squadra ha ancora qualcosa da dire.

Roberto Vassallo

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