Mario Baudino, con "Lei non sa chi sono io" (edito da Bompiani), è l'ospite del Circolo dei lettori per martedì prossimo, 24 ottobre, alle 18.30. A discutere con lui, il critico letterario Giorgio Ficara.
Quella di Mario Baudino, giornalista delle pagine culturali di La Stampa e scrittore, è un’avventurosa ricognizione di cause e conseguenze umane e letterarie del celarsi sotto uno pseudonimo. Per soldi, per snobismo, per scaramanzia, per marketing di se stessi, per non dispiacere qualcuno, per amore: sono moltissime le ragioni, nel corso della storia, per cui scrittori e poeti hanno cambiato i loro nomi scegliendo di firmarsi con gli pseudonimi con i quali sono poi passati alla storia.
Da Carlo Collodi (all'anagrafe Lorenzini) ad Alberto Moravia (nato Pincherle), da Joseph Conrad a Pablo Neruda, da Teofilo Folengo a Voltaire, da Umberto Saba a Pessoa a Romain Gary – nato Roman Kacew, morto dopo aver vinto un secondo premio Goncourt con un romanzo firmato Émile Ajar – fino all'immancabile Elena Ferrante, Mario Baudino passa in rassegna tutte le loro storie. Senza dimenticare che anche noi, oggi, ci aggiriamo in un'insidiosa selva di nickname.