È cominciata con un minuto di silenzio la seduta consiliare della Circoscrizione 7, gesto di rispetto nei confronti di Maurizio Gugliotta, il 52enne assassinato al mercato di via Carcano. Dopodiché la discussione si è accesa. All’ordine del giorno c’era Barattolo, per il quale la 7 chiede la sospensione a tempo indeterminato. Allo stato attuale delle cose, infatti, dopo lo stop Barattolo riprenderà la sua attività.
L’aula ha approvato un ordine del giorno che chiede la sospensione immediata e a tempo indeterminato non solo di Barattolo, ma anche dell’area di libero scambio a San Pietro in Vincoli. Uno stop che dovrebbe prolungarsi finché la città non troverà misure di sostegno al reddito per tutti i torinesi in difficoltà. Una prospettiva giudicata “un’utopia” da alcuni presenti. Perché, in effetti, sebbene non si trattasse di un consiglio aperto, ad assistere alla seduta c’erano numerosi cittadini e comitati, insieme ai rappresentanti di ViviBalon – associazione che organizza entrambi i mercati – e diversi venditori.
Il primo a intervenire, come accordato dal consiglio, è stato Elio Biasi, leader del comitato che si oppone a Barattolo in via Carcano, che al pomeriggio ha organizzato un presidio davanti alla Prefettura, mentre si svolgeva il consiglio comunale. “Oggi siamo stati ricevuti dal vice Prefetto – ha spiegato – e dai capigruppo comunali. Barattolo ha rovinato Vanchiglietta, abbiamo sempre denunciato questa situazione anche all’assessore Giusta, che comunque è sempre stato disponibile ad ascoltarci”.
Adriana Romeo, presidente dei Comitati riuniti di Porta Palazzo, ha aggiunto, in merito al Canale dei Molassi: “Il mercato non può essere soppresso senza trovare delle alternative, cioè un’area adeguata e dignitosa. Finora, comunque, il regolamento non è mai stato applicato”.
Chiamato in causa, anche il vice presidente di ViviBalon, Alessandro Stillo, è intervenuto. “Domenica – ha sottolineato – il nostro servizio d’ordine ha subito bloccato l’uomo (l’omicida, ndr) insieme alla Polizia municipale. Le persone che partecipano al mercato sono oneste e hanno difficoltà economiche. Integrano i loro redditi con attività regolamentate e danno una seconda vita alle cose”. Il punto è conciliare la sicurezza, e di contrasto all’abusivismo, con la questione sociale, cioè l’esistenza delle fasce di popolazione a reddito basso che trovano nel mercato un modo per integrare le proprie entrate.
Netta la posizione del centrodestra: chiusura senza se e senza ma. L’intervento più duro, però, è arrivato dai banchi del PD, per bocca del consigliere Marchitelli. “Il mercato è una mina vagante – ha attaccato –, un’area senza regole né controlli con una malavita interna. Domenica sarebbe potuta avvenire una strage, dobbiamo azzerare la situazione e chiudere tutte le attività di questo tipo a scopo preventivo”.
Dura la replica di Davide Lantermino, vice capogruppo del Movimento 5 Stelle, che ha attaccato “La Stampa” per avere “frainteso” le sue parole, e proprio per quelle frasi (“è andato tutto benissimo”, ma poi Lantermino ha smentito) PD e Moderati hanno chiesto le sue dimissioni. Il consigliere ha poi sottolineato la scarsa partecipazione alle manifestazioni contro il mercato.”Vanchiglietta ha 18.000 abitanti, ma voi (chi si oppone al mercato, ndr) siete sempre i soliti trenta. I venditori sono persone ai margini della società e il loro riciclo è importante per la città”.
Il Comune, come ribadito dai consiglieri 5 stelle, starebbe individuando un’area definitiva, ma nel frattempo Barattolo resterà dov’è e anzi saranno terminati i lavori per spostare tutto all’interno e liberare la via.
La maggioranza e il centrodestra, al di là di tutto, spingono per la riorganizzazione. Il centrosinistra, come ha sottolineato il presidente della 7, Luca Deri, chiede la riduzione del numero di stalli, l’introduzione dell’ISEE per attestare il basso reddito dei venditori e l’affidamento della spunta (cioè la verifica che il venditore abbia il permesso di stare dove sta) alla Polizia municipale. La consigliera Patrizia Alessi (Fratelli d’Italia) ha poi riproposto l’idea del cartellino di riconoscimento al collo di ogni venditore. Idea già inclusa in una proposta di modifica alla legge regionale sui mercati, firmata dall'allora consigliere Maurizio Marrone e ancora ferma, che conteneva anche altre richieste, tra cui l'esposizione dei prezzi e il rilascio delle ricevute.
Qualche proposta e moltissime critiche, ma in tutto questo, ha sottolineato Romano Luvison (Lista civica per Torino, maggioranza), “nessuno di noi ha proposto un’alternativa al suk, studiamo qualcosa insieme”. Un invito raccolto dai due librai Michele Berghelli (Sinistra Italiana) e Rocco Pinto (PD), che infatti si sono astenuti al momento della votazione. L’ordine del giorno, che ha accorpato anche i contenuti proposti da un’analoga mozione di Lega Nord, Direzione Italia e Gruppo Misto – Direzione Piemonte, è stato poi approvato con 17 voti a favore (PD, Moderati e centrodestra) e 4 voti contrari (Movimento 5 Stelle).