Attualità - 01 novembre 2017, 17:45

Libero scambio, Gelato attacca: “Venditori vengono al Balon”

Circa un centinaio di persone del libero scambio trovano spazio anche al Balon. Il presidente dei commercianti risponde alla lettera di Karl Kraehmer, che aveva difeso il mercato del Canale dei Molassi

Libero scambio, Gelato attacca: “Venditori vengono al Balon”

Continua a colpi di lettere il botta e risposta tra chi è contrario al mercato del libero scambio al Canale dei Molassi e chi, invece, lo sostiene.

Dopo la lettera inviata da Karl Kraehmer, un residente dell’area interessata dal mercato, intervenuto in difesa di Paolo Hutter, arriva la replica del presidente dell’Associazione Commercianti del Balon, Simone Gelato.Kraehmer aveva scritto che “il vero Balon è tutto insieme, gli stracci e i mobili antichi, gli stranieri e la signora impellicciata”. “Non fatevi confondere – ha ribattuto Gelato –, il Balon da sempre è luogo di Melting Pot incredibile di culture, persone, popoli, religioni, merci, colori e musiche da film”. 

Ma poi Gelato ha attaccato. “Siete a conoscenza – dice – del fatto che il nostro mercato costa circa la metà di quello del cosiddetto libero scambio? Sapete che lo spazio che diamo alle persone che fanno il mercato al Balon da noi, quello vero ed autentico, è più del doppio di quello che viene dato dall’altra parte? I nostri stalli hanno una dignità per la persona che li occupa, non sono una fossa dove vengono gettati i bisognosi”.

Come da bando, gli stalli a disposizione del libero scambio, gestito dall’Associazione ViviBalon (Canale dei Molassi e via Carcano), hanno le dimensioni di 2 metri per 2, venduti a 10 euro più 3 euro per i costi di pulizia. In via Carcano, invece, gli stalli sono di meno (345 anziché oltre 400) e più grandi, 3 metri per 3, allo stesso costo. Al Balon, invece, gli stalli costano 15 euro e hanno dimensioni maggiori, anche 5 metri per 3 ciascuno. Non è raro che un operatore acquisti due stalli al libero scambio, pagandoli quindi 26 euro, per avere magari 18 metri quadri, quando al Balon, più o meno per la stessa metratura, ne spenderebbe 15.

“Sapete – ha proseguito Gelato – che negli ultimi mesi oltre un centinaio di persone che di solito fanno il mercato del libero scambio ci hanno chiesto, e in molti casi implorato, di poter avere uno spazio da noi per poter fuggire da quella realtà e quella situazione? Sapete che chi gestisce quella realtà ci ha accusato, testuali parole, di “rubargli i clienti”?”.
Il presidente dei commercianti tira in ballo direttamente l’associazione che organizza il mercato del libero scambio. “Loro sanno che abbiamo un bando – ha risposto Cristina Grosso, tesoriera di ViviBalon – secondo il quale non possiamo dare posti superiori ai 10 metri quadrati, che possiamo vendere a 10 euro Iva inclusa più 3 euro di cauzione per le pulizie. Costi che, a differenza di quanto accade per il Balon, sono a carico nostro. Siamo poi obbligati a dare posti più piccoli, altrimenti per i venditori sarebbe necessaria una licenza commerciale”.

Quelli che, come sottolineato da Gelato, stanno “migrando” dal libero scambio al Balon, sono invece sottoposti ad altri vincoli. Se non hanno la licenza commerciale – ma se fanno il libero scambio significa che non ce l’hanno – possono partecipare al mercato del Balon al massimo per sei volte all’anno, e in ogni caso il loro numero non può essere superiore alla metà dei venditori per ogni giorno di mercato. Insomma si tratterebbe di una “migrazione” rallentata dai vincoli normativi, favorita da condizioni economiche molto differenti tra i due mercati, che eppure si tengono l’uno di fianco all’altro. E c’è anche qualcuno che, dopo aver partecipato al Balon del sabato, la domenica occupa uno stallo a Barattolo. Pochi, ma ci sono.

“Siamo stanchi della strumentalizzazione becera e allibiti dall’ipocrisia – ha attaccato ancora Simone Gelato –. Noi abbiamo sempre aiutato le persone in difficoltà e sempre continueremo ad aiutarle, per un semplice motivo, perché quelle persone siamo sempre state noi, sappiamo cosa si prova, sappiamo cosa voglia dire”.
“È ora di dire basta. Giù le mani dal Balon – ha concluso Gelato, rincarando la dose –. Giù le mani dal Balon. Per anni abbiamo sopportato lo stupro che è stato fatto di quest’area di Torino, non permetteremo mai più a nessuno di farlo”.

Paolo Morelli

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