Nel 1994 è uscito in America un libro bellissimo. È La fine dei vandalismi di Tom Drury, primo della Trilogia di Grouse County. Questo romanzo, acclamato come miglior libro dell’anno dalle maggiori testate americane, è arrivato in Italia solo nell’aprile del 2017, grazie all’editore NN Editore che ora fa un altro regalo ai lettori, appassionati di quelle storie minime eppure imprescindibili, pubblicando A caccia di sogni. Tom Drury racconta del suo nuovo lavoro alla Scuola Holden - Storytelling & Performing Arts, mercoledì 8 novembre, ore 19, con Elena Varvello, nell’ambito di Giorni Selvaggi.
Dopo i grandi e affollatissimi appuntamenti di settembre torna Giorni Selvaggi – La grande stagione torinese della letteratura internazionale che ha portato a Torino – grazie alla collaborazione tra il Circolo dei lettori e al Salone Internazionale del Libro –, eccezionali firme dal mondo. Sono stati ospiti Richard Mason, Fernando Aramburu, William Finnegan, Elizabeth Strout, Yu Hua e Norman Manea. A ottobre e novembre si aggiungono Andrew Sean Greer, Colson Whitehead, Patrick McGrath, Naomi Klein, Tom Drury, Andrew O'Hagan e Geoff Dyer. Il progetto vede anche la partecipazione preziosa di Scuola Holden, della rete delle Biblioteche Civiche, del Consorzio dei librai indipendenti COLTI e di Torino Rete Libri.
Tom Drury ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui la fellowship della Fondazione Guggenheim. Dopo aver insegnato nelle università americane, è docente all’università di Lipsia, e vive a Berlino. Con A caccia di sogni, nuovo capitolo della trilogia, ambientato sempre nell'America del Midwest dove i personaggi conosciuti nel primo ritornano, anni dopo. Lo scrittore questa volta si concentra su due di loro, Charles Darling e Joan Gower, centrali già in La fine dei vandalismi. Mentre il loro matrimonio sta scivolando nell'indifferenza, i due lottano per dare alla vita una nuova svolta creativa, e il figlio Micah esplora la città durante la notte, per comprendere il proprio mondo. Ma gli equilibri cambiano ancora quando Lyris, figlia di Joan, torna a casa, dopo ben sedici anni vissuti lontano. Così definisce la propria poetica Tom Drury: «Piuttosto che scrivere di eventi internazionali, scrivo di vite individuali. Parlo di euforia e tristezza, morte e nascita, amore e gelosia, cooperazione e tradimento e di tutte le grandi emozioni che accadono ovunque ci siano delle persone pronte a provarle».