Giagnoni, il mister col colbacco, che tornò a far pulsare i cuori granata come non capitava da anni. E che portò il Toro di Ferrini, Castellini, Claudio Sala e del giovane Pulici ad un passo dallo scudetto, in quell'incredibile campionato di 45 anni fa.
Lo scudetto rubato, romanzo o realtà? Giallo o ricostruzione storica? Di certo, una fotografia del nostro Paese calcistico. Ne hanno parlato in un bellissimo libro uscito da pochi giorni Gino Strippoli e Francesco Bramardo, tornando a quella stagione 1971-72. Il Torino, vincitore della Coppa Italia, gioca un campionato eccellente, ma arriva secondo con il Milan a un solo punto dalla Juve. Due arbitri di Cormons (una pura combinazione di un campionato combinato?, insinuano gli autori) tolgono al Toro due puti regolari, uno il famoso gol di Agroppi nel fango di Marassi contro la Samp di Lippi.
Ai granata non è stato tolto solo lo scudetto del 1927, insomma. Il libro è il racconto, l'indagine di due cronisti sportivi, la raccolta di fatti e testimonianze che lasceranno alla giuria popolare il verdetto. Anche se i tifosi del Toro non avevano dubbi allora e non ne hanno neppure oggi, a quasi mezzo secolo di distanza. Lo scudetto rubato è uno spaccato degli anni Settanta, con il Toro che si ritrova coinvolto nel primo caso internazionale di doping al contrario, a Las Palmas.
Intorno al pallone inizia a ruotare un mondo di donnine compiacenti, scommettitori e corruzione. Il pallone scoppierà con il calcio scommesse, il Totonero, nel 1980. Forse per chi ama i colori bianconeri si tratta di ipotesi fantasiose e prive di reale fondamento, ma Lo scudetto "rubato", edito da Priuli & Verlucca, è un libro che merita di essere letto.