Una riga al fondo del terzo trimestre per tirare le fila e uno sguardo permeato di ottimismo verso la fine dell'anno. Il mondo dell'artigianato piemontese si muove con passi cauti, ma mostra fiducia nella ripresa economica annunciata nei giorni scorsi anche da Banca d'Italia e da altre sigle datoriali. Lo confermano sia le cifre elaborate da Unioncamere Piemonte dopo il terzo trimestre del 2017, sia le previsioni di Confartigianato Piemonte in vista del giro di boa prima del 2018.
Tra luglio e settembre, il comparto artigiano piemontese ha manifestato una sostanziale stazionarietà rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fronte di un tasso di crescita lievemente positivo (+0,11%) registrato dalle imprese piemontesi nel loro complesso, l'artigianato ha subìto una lieve flessione (-0,13%). “L’artigianato è un asset strategico del nostro tessuto imprenditoriale, fatto di competenze, creatività e saper fare. I risultati di questo trimestre ci mostrano un settore ancora in lieve sofferenza e che ha bisogno di un importante rilancio. Il nostro compito è di supportare tutte le PMI, soprattutto le meno strutturate, nei loro processi di crescita, digitalizzazione e internazionalizzazione: servizi che speriamo possano aiutare a realizzare quel cambio di passo decisivo per imboccare finalmente la strada della crescita.” dichiara Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte.
Sul territorio piemontese sono nate complessivamente 1.443 imprese artigiane, che controbilanciano le 1.605 cessazioni. Resta il "nanismo", visto che sono poco meno dell’80% le ditte individuali, mentre il tasso di crescita positivo (seppur di mezzo punto) riguarda le forme più strutturate. A livello settoriale, si rileva una crescita solo per le imprese artigiane dell’agricoltura, che chiudono il trimestre con un +0,64% e quelle degli altri servizi (+0,12%). Il primo comparto per numerosità di imprese artigiane si conferma quello delle costruzioni, che rappresenta il 42%, sebbene in calo dello 0,24%.
"I dati diffusi da Unioncamere ci preoccupano e non poco perchè ancora non assistiamo ad un reale cambio del quadro congiunturale e non ci basta più sapere che abbiamo contenuto le perdite - è il commento di Nicola Scarlatelli, presidente di Cna Torino -. Non è solo una questione di numeri. Perchè dietro i numeri ci sono le imprese e le storie di vita degli imprenditori e delle loro famiglie che sono ancora in affanno. Così l'economia non riparte".
Il futuro, tuttavia, si delinea ben più roseo, almeno stando alle previsioni di Confartigianato Piemonte: per quanto riguarda la di produzione, il saldo positivo sale dal 10,76% al 12,51%. Lieve flessione per i nuovi ordini (dal 12.82 al 7.21%, ma sempre positivi) e per il carnet oltre i tre mesi (dal 7,80% al 3,45%). Ma l'export si rialza (dallo 0.95% al 3.54%). Ma la fiducia si rafforza, visto che le imprese che vogliono fare investimenti per ampliamenti salgono dal 3,80% al 4,38% e le previsioni di investimenti per sostituzioni salgono dal 15,70% al 30,50%.
Salgono anche le stime di regolarità degli incassi (dall’81,20% all’83,78%) e contestualmente calano le ipotesi di ritardi (dall’11,45% all’8,45%).
Segnali confortanti anche per l'occupazione: le previsioni vedono un saldo positivo che cresce dal 6,20% al 7,60%. E aumentano anche quelli che intendono assumere apprendisti.
“Finalmente – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – ci stiamo lasciando alle spalle la peggiore crisi dal dopoguerra. Le imprese artigiane hanno voglia di ripresa, lavorando con rinnovata fiducia e determinazione. In questo scenario si inserisce ora 'Impresa 4.0’ che ricomprende nel manifatturiero e nei servizi tutto il mondo delle imprese, sostenendone gli investimenti in innovazione e avanzamento tecnologico".