Calcio - 18 novembre 2017, 12:33

Fratelli d’Italia, a giugno tutti al mare

Non ditemi che sono frasi fatte e che è facile sparare nel mucchio, oppure che di allenatori è piena l’Italia

Fratelli d’Italia, a giugno tutti al mare

Buffon non merita questa Italia”, titolava un quotidiano madrileno il giorno dopo “l’Apocalisse del calcio italiano” per mano di una Svezia caparbia, con la complicità di una Federazione altezzosa e di un Ct incompetente e superbo. 

Non ditemi che sono frasi fatte e che è facile sparare nel mucchio, oppure che di allenatori è piena l’Italia.

La differenza la fanno sicuramente i giocatori in campo. A San Siro ci hanno anche provato, non sicuramente baciati da una dea bendata e da un fischietto generoso che, se avesse aperto i giochi dei rigori non concessi, avrebbe consentito alla partita una svolta diversa.

Il tecnico però è colui che legge l’impostazione tattica dell’incontro, che manovra sullo scacchiere, che proclama l’undici titolare. 

Una squadra si forgia su punti fermi, su scelte ben radicate e precise, su pilastri irremovibili. Se si esclude il solo Gigi, il resto della squadra è stato un susseguirsi di continue sostituzioni e di moduli via via sempre più incomprensibili.

Ma il passato è passato e non si piange sul latte versato, oltretutto sprecato in gran quantità nei precedenti incontri. 

L’Italia di Tavecchio e Ventura verrà ricordata negli annuari per l’esclusione dal grande Calcio dopo ben 60 anni di onesta militanza, con risultati altalenanti ma anche gioie irripetibili. 

L’erba verde di San Siro che ha accolto negli ultimi anni maglie con scudetti raffazzonati e cuciti ‘ad (dis)honorem’ da ‘mendicanti del consenso’ che siedono in Federazione emulando i gesti di Pilato, ha decretato la parola ‘fine’ a questa saga del disgusto.

Seguirà sicuramente l’ormai consueto periodo di transizione, dove si stracceranno le vesti e cadranno le prime teste (la prima è già caduta), ma è solo l’inizio di una lenta agonia che anticiperà il trapasso. 

Speriamo sia veloce, perché il futuro del calcio italiano auspicato da Buffon, avrà un suo perché solo facendo tabula rasa della mediocrità e della meschinità di certi atteggiamenti, modus vivendi di personaggi che di italiano non hanno nemmeno il pregio della lingua. 

Beppe Franzo

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