La Rivoluzione dei costumi femminili? E' cominciata da una "chemise": quella che indossa Maria Antonietta, regina di Francia, nel quadro-scandalo "Marie-Antoinette en gaulle" (1783) realizzato dalla pittrice di corte Élisabeth Vigée-Le Brun. Da quel momento, la  "chemise" diventa così un capo d'abbigliamento "rivoluzionario" che  anticipa le trasformazioni sociali e politiche che dieci anni dopo sfoceranno nella Rivoluzione francese. Se ne è parlato ieri sera al Circolo dei Lettori nell’ambito del progetto di Cna Federmoda Piemonte #artigianatoedesign” giunto al suo quinto anno.
Moderatore dell’incontro Alessio Stefanoni, responsabile CNA Federmoda Piemonte che ha introdotto gli interventi di Alberto Favro, stilista torinese, specializzato nel disegno e nel confezionamento di camicie maschili di alta gamma e di Fabrizio Casu,  docente di storia dell'arte e di storia del costume a Sassari e autore  del volume “Il lungo viaggio di una chemise. Un’epoca attraverso un  abito” edito da Europa Edizioni. Le conclusioni sono state affidate a Rossella Calabrò, Presidente CNA Federmoda Piemonte. 
Alberto Favro  ama definirsi stilista e camiciaio. 
È  il caso di dire che “nasce con la camicia” nel senso che adora questo  capo d’abbigliamento e dopo un'intensa esperienza negli Stati Uniti nel  settore, si dedica alla produzione artigianale di camicie. Da sempre  dedito alla ricerca di nuove soluzioni crea una linea di design che  incontra le esigenze del cliente  a partire dalla scelta del tessuto. La  ricerca di materiali di qualità lo ha portato a Como, presso la  Canclini, ditta dalla quale si fornisce ormai da anni. Alla base di  tutto c’è sempre una filosofia ben definita: realizza camicie come se  dovesse indossarle lui, è questo che fa la differenza. 
Il  mercato di riferimento delle sue creazioni è principalmente torinese ma  le sue camicie “camminano” anche  a Londra. La camicia su misura piace  al professionista ma anche a ragazzi più giovani, per esempio a chi si  deve laureare. Come si sceglie una camicia, le sue finiture? Spesso  nella scelta della camicia, seguendo i consigli del camiciaio è il  cliente che parte da un’idea ma è la compagna che decide e sceglie i  colori e le finiture. 
Fabrizio  Casu ci porta in un viaggio storico e sociologico attraverso un’epoca,  il “lungo viaggio” mette a confronto la chemise (capo d'abbigliamento  intimo nato per vestire la donna durante la notte nella propria camera  da letto) con la società che la circonda a cavallo tra il 1700 e il  1800, in rapida trasformazione. Avviene così che un indumento semplice e  privato da capo intimo, diventi un capo alla moda destinato a fare la  storia del costume. 
Nel 1783  un quadro sdogana la chemise, è il ritratto di Maria Antonietta ad opera  di Élisabeth Vigée-Le Brune che crea scandalo all'epoca ma che apre un  nuovo percorso per la moda con la Regina in persona che sfida  l'etichetta di corte, mettendosi "a nudo" per la morale del tempo e  mettendo involontariamente in discussione la regalità e la sacralità che  l'Ancien Regime attribuiva alla figura del monarca e della sua  consorte. 
Ma la chemise  compare anche in un quadro di Joshua Reynolds del 1786, “Il piccolo  giardiniere” che riprende le teorie di Rousseau sulla vita aperto, dove i  bambini possono correre liberi tra la natura, anche con abiti che  all’epoca erano considerati intimi. 
Si  passa poi al secolo della "redingot" che deriva dagli abiti militari  e  nasce l'idea del déshabillé, non come lo intendiamo oggi, ma per  rappresentare il vestirsi con abiti comodi per ricevere pubblicamente le  persone durante la mattinata. Nasce in questo periodo l’idea di  privacy, la distinzione tra vita pubblica e vita privata, e le Petit  Trianon diventa per Maria Antonietta un luogo intimo, lontano dai fasti  di corte. 
Sono tanti gli  spunti e i temi presenti nel volume di Fabrizio Casu, lo si potrebbe  ascoltare per ore ed emerge un aspetto simpatico, sottolineato da  Rossella Calabrò: per il suo ruolo Maria Antonietta può essere definita  come una influencer ante litteram, precursore e trendsetter della sua  epoca. Una donna che poteva permettersi di mischiare la sua nobiltà alla  borghesia dell’epoca, che da regina poteva trovarsi a cucire e cogliere  fiori insieme alle sue ospiti.








